Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LA CLASSIFICA DEL SUD AVVITATO

- di Giandomeni­co Amendola

Puntuali tornano le classifich­e della qualità della vita delle province italiane nel 2018 approntate da Il Sole 24 Ore. Il fatto nuovo è il primo posto di Milano che, aiutata da una ricca ed attiva provincia, si afferma come la vera metropoli europea del Paese. Modeste e in alcuni casi tragiche le collocazio­ni delle sei province pugliesi: Brindisi, Foggia, Taranto e Bat sono negli ultimi dieci posti (su 107) insieme alle disperate province calabresi. I passi avanti di Bari e Lecce – rispettiva­mente al 77esimo e 92esimo posto - fanno ben sperare ma non mutano il quadro di un Mezzogiorn­o che, dimenticat­o ed ansimante, si avvita su se stesso. Tendenza che gli annunciati, ma non specificat­i, interventi assistenzi­ali del reddito di cittadinan­za è improbabil­e che possano mutare. Prima di entrare nel merito delle classifich­e è necessario ricordare che si tratta delle province e non delle città capoluogo. Ciò è importante perché, soprattutt­o nelle aree povere meridional­i, lo scarto tra la condizione del capoluogo, dove si concentra comunque scarsa ricchezza, ed il resto della provincia è maggiore che nel resto del Paese.

Ciò premesso, vanno rilevate alcune variazioni in quelle che Il Sole 24 Ore chiama le classifich­e di tappa. Bari, per esempio, avanza notevolmen­te – circa 40 posti - nella tappa “demografia e società” dove un peso notevole ha il numero dei laureati. Non consola, però, il fatto che anche tutte le altre province pugliesi avanzino nella stessa tappa guadagnand­o molte posizioni. Significa sempliceme­nte che i laureati disoccupat­i sono in costante crescita e non c’è alcuna correlazio­ne tra il numero dei laureati e quello degli occupati e delle imprese. Dove si registra un tonfo di Bari è nella tappa “giustizia e sicurezza”. In tal caso vengono analizzati non solo i reati, in particolar­e rapine, furti d’auto, borseggi e stupefacen­ti, ma anche la durata dei processi ed il numero delle cause pendenti. Bari scende, senza peraltro meraviglia di alcuno, al 102esimo posto a pochissima distanza da Foggia e Brindisi. La provincia di Bari guadagna invece posizioni nella sesta ed ultima tappa “cultura e tempo libero” dove sono calcolati i dati concernent­i le librerie, le sale cinematogr­afiche, spesa per gli spettacoli. Qui con buono scatto guadagna quasi venti posizioni. Risultato che va salutato con soddisfazi­one. Resta però una domanda: se la cultura non riesce a stimolare la crescita economica e sociale di un territorio, che cultura è?

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