Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Emiliano: «La Corte non ci bacchetta»
«Nessun rimprovero e nessuna bacchettata dalla Corte costituzionale. La legge pugliese sulla partecipazione è attiva, funzionante, in vigore e finanziata». Michele Emiliano (foto) parla ai cronisti, a margine di un incontro per la promozione dei farmaci equivalenti (non griffati, meno costosi e ugualmente efficaci). Venerdì – dopo il deposito della sentenza con cui la Corte annullava le norme sul “dibattito pubblico” relativo alle opere pubbliche nazionali di rilevanza regionale – aveva deciso di non parlare. Poi, letti i titoli dei giornali, ci ha ripensato e ha voluto chiarire. «La Corte – spiega Emiliano – non cancella tutta la legge. Prende atto dell’emissione di un Dpcm». Ossia un decreto del presidente del consiglio dei ministri. Il quale introduce il “dibattito pubblico” anche sulle opere nazionali, prima escluso. «Dunque la Corte – continua il governatore – ha ritenuto questa materia “concorrente” e stabilito che, esistendo il dibattito pubblico nazionale, quello regionale sarebbe stato una sovrabbondanza». Il resoconto dei giornali già riportava tale valutazione della Corte, tuttavia Emiliano tiene a puntualizzare. Poi aggiunge che non c’è coincidenza di vedute tra Puglia e governo: «La legge pugliese è ben più avanzata delle norme statali. Auspico che il Dpcm sia modificato in modo da assomigliare almeno un po’ alla nostra normativa. Perché altrimenti il dibattito pubblico sulle opere nazionali sarà una vera grande delusione». Emiliano, al riguardo, annuncia di voler chiedere un incontro al premier Giuseppe Conte. Vorrebbe vederlo, assieme alle altre Regioni, per chiedergli di modificare le norme del Dpcm affinché divengano più simili a quelle pugliesi (cancellate dalla Corte). Vale per «il fatturato e le dimensioni» dell’opera da sottoporre a dibattito. «Le disposizioni nazionali valgono solo per impianti enormi. Se restassero come sono, il Dpcm sarebbe un’occasione perduta». Emiliano ha pure polemizzato con l’esecutivo di Conte. «Questo governo, eletto per cambiare il Paese, dimostra di essersi perfettamente accomodato sulle poltrone, in ossequio a tutte le lobby che temevano la partecipazione come elemento che potesse scardinare, per esempio, lo Sblocca Italia».