Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I cittadini e l’identità storica, tra i Sassi un modello virtuoso
Ho letto l’intervista al Corriere del Mezzogiorno rilasciata lo scorso primo febbraio da Pietro Laureano sulle vicende della rivitalizzazione dei Sassi di Matera. Ritengo utile, da parte mia, sindaco della città dal 1986 al 1993, dare ai vostri lettori una giusta informazione.
Soprattutto dare informazioni su quanto si è realizzato in quegli anni per perseguire l’obiettivo di rivitalizzazione. La città di Matera, insieme alla cultura locale e nazionale, aveva cominciato ad interrogarsi sul destino dei Sassi abbandonati già dagli anni ’60, e nel 1967 un convegno nazionale aveva indicato la strada di un Concorso Internazionale d’Idee.
Il concorso, bandito nel 1974, aveva visto prevalere la linea culturale del «risanamento conservativo» residenziale dei Sassi; e con esso la salvaguardia del prospiciente Altipiano Murgico.
L’idea vincente (gruppo Giuralongo) veniva attuata con i primi Piani di Recupero sperimentali (1980): all’apertura del cantiere intervenne il presidente del Consiglio dell’epoca, Giovanni Spadolini.
Seguì una nuova Legge Speciale (n.771/1986), votata all’unanimità da tutte le forze politiche del Parlamento (primi firmatari, tra gli altri, Colombo,Viti e Cardinale) che finanziava l’attuazione delle «risultanze» del concorso, articolate in “Programmi Biennali”, dei quali il primo veniva approvato in Consiglio Comunale nel 1988, ed il secondo nel 1994, insieme al Piano del Parco della Murgia Materana, nel frattempo istituito.
Partivano così i primi mirati cantieri di recupero, che vedevano protagonisti amministrazione comunale e cittadini che tornavano ad abitare nei Sassi.
La mia amministrazione e la comunità materana avevano chiara l’idea di cosa fare per i Sassi ed insieme ai consulenti Cuoco, Giuralongo, Acito, Lamacchia e Rota decisero di proiettare la città verso un traguardo internazionale, affidando all’architetto Laureano il compito di redigere il Rapporto di candidatura all’Unesco. Una candidatura non di «area archeologica», come qualcuno pensava, ma di una città antica in fase di straordinaria riabilitazione: del che presero atto anche i commissari IcoMos che visitarono i Sassi nell’estate 1993. Una candidatura centrata.
Si è realizzata così la sfida che ha portato Sassi ed Altipiano Murgico a nuova vita, presupposto ai successivi traguardi raggiunti, come quello attuale di Capitale europea della Cultura per il 2019. E… senza passerelle e/o villaggi turistici di sorta. Credo che quando il presidente Sergio Mattarella addita Matera come un Sud che funziona, abbia in mente proprio questo modello di collaborazione virtuosa tra cultura e politica, tra cittadini e loro identità storica.