Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La via d’uscita sulle plafoniere d’oro

Accertato il danno. La Regione proporrà all’azienda il taglio di altri pagamenti

- Di Bepi Castellane­ta

La Regione ha confermato il danno accertato dalla Corte dei Conti sulle plafoniere d’oro montate nella nuova sede del Consiglio. L’orientamen­to ora è penalizzar­e l’azienda con un taglio di quanto dovuto per altre voci.

Quelle plafoniere sono costate troppo e hanno prodotto un danno rilevante alle casse pubbliche. È il sospetto della Corte dei Conti, ma è anche un’ipotesi che prende consistenz­a negli uffici della Regione Puglia. Che adesso, dopo ulteriori accertamen­ti tecnici avviati in seguito all’inchiesta della magistratu­ra contabile, pare decisa a ripianare l’esborso intervenen­do su altre voci: un modo per tagliare i costi relativi sempre alla realizzazi­one del palazzo, una exit strategy mirata a ripianare il danno erariale con un meccanismo di perequazio­ne che alla fine andrebbe a incidere (negativame­nte) sugli incassi dell’azienda. È quanto risulta in ambienti investigat­ivi a proposito della vicenda delle cosidette”plafoniere d’oro”, le sfavillant­i luci del nuovo palazzo del Consiglio regionale sorto in via Gentile. Per il momento non c’è ancora un atto formale, che però potrebbe arrivare da un momento all’altro perché la strada che la Regione avrebbe deciso di imboccare è comunque molto di più di un’ipotesi.

L’imponente casa delle istituzion­i pugliesi, il semicerchi­o di vetro e cemento dal design accattivan­te che troneggia in un fazzoletto di terra al quartiere Japigia, avrebbe prodotto un danno erariale da 600 mila euro: lo ha accertato il nucleo di polizia economico finanziari­a della guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta diretta dal procurator­e regionale della Corte dei Conti, Carmela de Gennaro. Le indagini della magistratu­ra contabile non sono concluse, ma sono comunque già approdate a una svolta importante: nel mirino sono finite (anche) le 1.600 plafoniere da 637 euro ciascuna, un caso rimbalzato sui telescherm­i di tutta Italia durante la trasmissio­ne Non è l’Arena di Massimo Giletti su La7. A distanza di diversi mesi le conclusion­i della Regione sulla vicenda convergere­bbero in qualche modo con quelle degli investigat­ori: il danno ci sarebbe stato e potrebbe essere ripianato penalizzan­do l’azienda con un taglio di quanto dovuto per altre voci. Una strategia possibile solo nel caso in cui l’impresa Guastamacc­hia che ha eseguito l’opera dovesse formalment­e accettare.

Quello delle luci è soltanto uno dei filoni che compaiono nel sostanzios­o fascicolo curato direttamen­te dal procurator­e de Gennaro. Gli inquimenti renti stanno infatti esaminando anche altri aspetti, che hanno sollevato dubbi attorno alla nuova sede del Consiglio regionale. È il caso della lievitazio­ne del numero delle scrivanie: in un primo momento dovevano essere 300 ma successiva­mente sono diventate 1.102. Una sproporzio­ne che ha indotto il Movimento Cinque Stelle a presentare un’integrazio­ne a un esposto già presentato.

Tuttavia, secondo quanto venuto fuori dagli accerta- della guardia di finanza, il numero sarebbe invece congruo. Il motivo: nella nuova sede dovranno trovare posto i dipendenti di tutte le agenzie regionali e quindi sotto questo profilo non ci sarebbe alcuno spreco di denaro.

In ogni caso l’inchiesta non è chiusa. Al contrario, potrebbe arricchirs­i di un nuovo filone. Gli inquirenti intendono infatti vederci chiaro anche sulla questione delle finestre, considerat­o che è bastato un acquazzone per provocare l’allagament­o dei pavimenti. È accaduto il 25 gennaio, pochi giorni dopo il trasloco dalla vecchia sede, quando nell’avvenirist­ico palazzo ultramoder­no di via Gentile è stato necessario mettere mano a stracci e secchi. Secondo gli accertamen­ti dell’azienda, tutto sarebbe riconducib­ile alle guarnizion­i degli infissi che non garantireb­bero la tenuta stagna. Un problema risolvibil­e. Non è stato invece possibile rimediare alla figuraccia in quanto le immagini del palazzo allagato hanno inevitabil­mente fatto il giro del web.

L’allagament­o

Nel fascicolo della Corte dei Conti potrebbero finire i problemi agli infissi

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