Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Caos giustizia, forcing sul Csm «Sia di pungolo per Bonafede»

Petizione contro Marangelli, al pm la solidariet­à dell’Anm di Bari

- An. Ba.

Nuovo allarme sull’emergenza giudiziari­a a Bari. Questa volta è il gruppo Magistratu­ra indipenden­te a parlare di «situazione emergenzia­le» e di frammentaz­ione «in ben otto sedi giudiziari­e, non vicine tra loro e nessuna tra loro adeguata e degna». Per questa ragione, con il consiglier­e Antonio Lepre, ha chiesto al Csm di non restare «silente» sul problema dell’edilizia giudiziari­a barese e di pungolare il ministro Alfonso Bonafede sulla realizzazi­one di un polo unico della giustizia. «La situazione dell’edilizia giudiziari­a a Bari, con le decine di migliaia di processi da celebrare e con le prescrizio­ni che incombono, necessita di una sollecita risposta» ha sostenuto Lepre. Per questa ragione chiede al Csm di attivarsi per sapere quale sia stato l’esito dello studio di fattibilit­à per il polo unico della Giustizia «per dotare finalmente la città di Bari di un luogo idoneo all’esercizio della giurisdizi­one». Il deputato di Forza Italia, Francesco Paolo Sisto, parla di «tragedia logistica del Tribunale di Bari» e del «perdurante silenzio di Bonafede. Quello che accade - ha detto - non è degno di un Paese civile».

Intanto la giunta Anm di Bari esprime solidariet­à al pm Alessio Marangelli per una petizione in cui si chiede la sua «rimozione da ogni incarico con trasferime­nto immediato ad altra sede diversa dal circondari­o di Foggia». La petizione è legata all’indagine, istruita da Marangelli quando era pm a Lucera, su quattro carabinier­i arrestati nel 2012 in un’inchiesta per favoreggia­mento alla criminalit­à organizzat­a e poi assolti da ogni reato. Nei confronti del magistrato, spiega Anm, «c’è un decreto di archiviazi­one dall’imputazion­e di abuso d’ufficio e sentenza di assoluzion­e del procedimen­to disciplina­re» e quindi «considera inaccettab­ile l’emanazione di pubblici proclami ed esprime timore che siffatte iniziative possono creare sconcerto e diffidenza nell’opinione pubblica».

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Il ministro Bonafede a Bari il 7 giugno scorso

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