Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
TRA POVERI VERI E LIMOUSINE
Il momento che vive la Puglia
Immagini che raccontano più e meglio di interi trattati di sociologia. Le file ai centri per l’impiego all’Inps, ai patronati, all’anagrafe di persone che cercano disperatamente di entrare nel meccanismo di questo nuovo welfare sulle pensioni o sul reddito di cittadinanza. Una limousine volgarmente enorme e cafonescamente bianca a portare a spasso una bambina di otto anni, per far vedere che i ricchi esistono. Raccontano, le prime, di una terra sfibrata, senza speranze per il futuro, di una regione dove i poveri esistono e ora hanno il coraggio di venire alla luce a rivendicare quello che ritengono, a torto o a ragione, un rimedio alla loro povertà.
Certo i furbi, certo gli imbroglioni, certo i falsi invalidi, come sempre e da sempre nel nostro Paese. Ma la sera le brave persone che fanno volontariato per i poveri preparano sempre più pasti, cercano sempre più vestiti o alloggi per un numero crescente di poveri. Di pugliesi poveri, intendiamo. Oltre al resto dell’universo della disperazione. Una terra che non riesce a dare futuro è una terra sterile, senza più latte e sangue, senza linfa vitale. Inaridita rinsecchita, e la Xylella è il paradigma mostruoso e colposo di tutto questo.
Si dirà, ma le eccellenze? Le tante cose che funzionano? I progetti di città future sempre più belle, più verdi, più smart? L’immancabile meccatronica? Per ora, migliaia di persone sono in affanno strozzate dai debiti dagli usurai, un ceto medio e proletario immiserito che spera almeno in un ristoro. E nessuno si pone più il problema del colore di provenienza, stiamone sicuri. Non la signora che al mercato va imbarazzata prima della chiusura per comprare le rimanenze a prezzi stracciati, o i disgraziati che si distruggono la vita con le scommesse e i gratta e vinci, la disperazione va in scena ogni giorno davanti a noi, basta entrare in un bar o tabacchi per assistervi. Emana da questi movimenti della società un rifiuto ed una considerazione del ceto politico pari allo zero. Un’intera classe dirigente negli ultimi venti anni che non è stata in grado, di mettere a frutto l’enorme patrimonio di consensi che la gente di Puglia aveva loro tributato. Prima ai giovani leoni della destra, poi a quelli della sinistra. Affogata in una idolatria del capo e nel disprezzo per le forme della politica organizzate che sono l’unica garanzia di costruzione democratica dell’amministrare e del fare politica. Dall’altra parte i super resort di lusso sono sempre esauriti, l’estate che sta arrivando vedrà altri exploit di matrimoni, feste e passerelle di celebrità. In Puglia si vive bene, dicono i vip che comprano le masserie. E portano i figli a scuola nelle limousine. Benvenuti nella California d’Italia.