Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La ragnatela di Emiliano per ricostruire la coalizione
Politica Le manovre in corso dopo il rinvio delle primarie. Domani la segreteria Pd con i parlamentari ostili
Il primo tempo è finito in pareggio. Ma è naturale chiedersi cosa succederà nel centrosinistra regionale dopo il rinvio delle primarie a data da destinarsi. A cominciare dalla ragnatela che sta tessendo il governatore Michele Emiliano per riportare a più miti pretese gli avversari interni. Intanto domani nuova riunione della segreteria Pd.
Il primo tempo è finito in pareggio. Michele Emiliano e i suoi avversari chiudono questa fase in parità. Da un lato il governatore arretra e deve capitolare sulla richiesta di primarie-lampo da celebrarsi con largo anticipo sulle elezioni. Dall’altro, proprio la marcia indietro di Emiliano toglie dalla discussione uno degli argomenti impugnati dagli avversari: quello di indire «finte primarie» allo scopo di farsi incoronare come ricandidato per il 2020.
La decisione del presidente della Regione è frutto di una ragnatela di considerazioni. Dal punto di vista degli emilianisti è manovra ben accorta. Con l’unico difetto, tuttavia, di essere arrivata tardi: fosse stata partorita prima, sarebbe stato colto come genuino atto di resipiscenza.
Invece è arrivata giovedì sera, dalla voce del governatore. Il quale si era incontrato poco prima con il segretario del Pd, Marco Lacarra, suo sostenitore. Ed è stato proprio il parlamentare a fargli notare la circostanza più evidente: a pochi giorni dalla scadenza (10 febbraio) della presentazione delle candidature per le primarie, nessuno aveva avviato la raccolta delle firme. Dunque: l’esito era scontato, Emiliano sarebbe stato ricandidato d’ufficio e questo ne avrebbe intaccato oltre misura l’autorevolezza. Avrebbe vinto cioè per un sotterfugio e non per l’esercizio di una forza politica. Circostanza che avrebbe radicalizzato le posizioni degli avversari di Emiliano.
In secondo luogo: proprio giovedì, mentre il governatore parlava, il suo (ex) partito da Roma, intimava di non celebrare primarie che potessero intralciare il congresso Dem. Un eventuale atto di insubordinazione avrebbe reciso il sottile filo che ancora lega Emiliano al Pd. Prendere tempo consente di tagliare le unghia agli avversari pugliesi. E in più di vedere come finisce il congresso del Pd. Il governatore appoggia Zingaretti e se quest’ultimo diventasse segretario farebbe opera di persuasione e pacificazione in Puglia.
C’è, infine, il calcolo aritmetico. Il governatore non intende privarsi di quel pezzo di coalizione che ora gli è ostile. Lo ha ribadito ieri: «La frattura si deve ricomporre, la sinistra ha bisogno di unità». Ora si attende che il tavolo di lavoro istituito per redigere le regole delle primarie, sforni i primi risulta- ti. E dopo, magari tra qualche settimana, potrebbe venire fuori una nuova data per i gazebo.
Gli anti-emilianisti confermano la riunione del 23 a Bari. Saranno capitanati dal presidente dell’associazione la Giusta causa, Michele Laforgia. E dai leader delle due forze politiche che hanno finora disertato il tavolo del centrosinistra: Nicola Bavaro (SI) e Dario Stefàno (Puglia in più). Nell’eterogenea platea che si riunirà il 23 convivono due gruppi: coloro che vogliono superare la stagione di Emiliano e coloro che si accontentano di condizionarlo. Hanno ottenuto il riconoscimento (implicito) da parte di Emiliano. Il quale fino a pochi giorni prima evocava, invece, il «complotto» tra Renzi e Vendola. Mentre, come si vede, la questione è molto più estesa di una congiura. Dove vogliono arrivare gli anti-emilianisti? «La sospensione delle primarie – dice Bavaro – non ci dice molto. Al tavolo di coalizione siamo assenti da tempo. Ora ci prepariamo a rispondere all’appello di un gruppo di associazioni. Dove andiamo? Non sono io a deciderlo. Ma è la politica. E la politica non ha esiti predeterminati».
«Noi – commenta Lacarra – siamo per il dialogo. Se il problema erano le primarie, le primarie sono sospese. Se il problema era il programma, la coalizione ha concordato una riflessione per la fine legislatura e per il 2020». Domani nuovo round, con la segreteria del Pd allargata ai parlamentari. Sarà interessante ascoltare la voce di Stefàno, senatore Dem e leader di Puglia in più, fiero oppositore di Emiliano. Il primo tempo è chiuso in pareggio, ma la partita non è finita.
Incontro Anche deputati e senatori presenti al vertice dei dem pugliesi a Bari