Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’arte del banchetto tra macabro e assurdo
Non sono solo il cibo e le preparazioni a dare spettacolo nelle grandi tavolate del ‘400. Capponi, tordi, quaglie, tortore, ma anche caprioli e persino pavoni, già cucinati (principalmente arrostiti) venivano rivestiti con le loro stesse piume e pelle, per tornare a rappresentare se stessi mentre venivano serviti a tavola, tanto da non riuscire più a distinguere se l’animale era vivo o morto. Questa pratica di spettacolarizzazione viene raccontata anche da Brillat-Savarin e quindi rimane immutata nel corso dei secoli fino ai primi decenni dell’800, anni in cui Savarin pubblica il suo scritto.