Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Relazioni e cibo tra Medioevo e Rinascimento
A tavola si esprime il prestigio e la forza del signore
Già nel Medioevo l’abitudine era quella di dividere la ‘mensa’ (da cui commensali), una pratica di servizio in tavola, che prevedeva appunto la suddivisione del tagliere tra due invitati al banchetto. Si mangiava rigorosamente con le mani e non era segno grossolano di maleducazione, ma il cibo veniva vissuto anche in maniera tattile: bisognava sbrodolarsi, sporcarsi, quasi assorbirlo attraverso la pelle. La sensazione era anche, probabilmente, legata all’appropriazione, all’abbondanza. Solo la minestra si mangiava con il cucchiaio, ma se era proprio necessario. La forchetta nel ‘400 conoscerà una rapida diffusione, di pari passo con la consuetudine a consumare la pasta che veniva tradizionalmente servita con burro e cacio (leggasi parmigiano) e quindi risultava viscida e bollente per essere recuperata a mano, mentre l’ausilio di una rudimentale forcina a uno o due rebbi e successivamente a sei, faceva al caso suo. Ci si lavava spesso le mani, soprattutto nei momenti cruciali del pasto, in acqua profumata di fiori. I banchetti del medioevo e del rinascimento prediligevano sicuramente la carne, offerta agli ospiti nelle più svariate cotture, accompagnata da diverse salse. La salsa era un completamento molto importante per la dietetica del tempo, che prevedeva una grande varietà nutrizionale nello stesso piatto, attribuendo ai condimenti un ruolo di compensazione nutrizionale. Nel medioevo la carne era indubbiamente cosa da uomini valorosi e forti e quindi quella ritenuta migliore doveva, anche simbolicamente, incarnare questo principio: orsi, cervi, cinghiali erano gli animali di riferimento. I volatili erano considerati più carne da persone ascetiche, in contatto con qualcosa di alto e quindi più adatti a monaci e prelati. Con il rinascimento cambiano i significati del banchetto che deve comunicare forza e supremazia ma si orienta verso un’ostentazione scenografica delle pietanze che diventano, letteralmente, spettacolari. Il consumo di carne predilige la cacciagione, perché la supremazia comincia ad esprimersi non più con la forza ma con la diplomazia e la micropolitica del convivio.
IL MENU CAMBIA NEI SECOLI PERCHÉ CAMBIANO LE FUNZIONI DEL CONVIVIO