Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’INPUT DI GRAMSCI ANTICORPO DEL SUD
Più o meno 150 anni fa, un patriota del Nord che diventò primo ministro dell’Italia unificata, in una lettera privata, scrisse: «Amico mio, che paesi son mai questi, il Molise e Terra di Lavoro! Che barbarie! Altro che Italia! Questa è Africa: i beduini a riscontro di questi cafoni, sono fior di virtù civile». Oggi un ministro della Repubblica, Marco Bussetti, alla solita stanca domanda su cosa ci vuole per il superamento del gap fra Nord e Sud, dichiara: «Ci vuole l’impegno del Sud. Vi dovete impegnare forte. Questo ci vuole. Non fondi. Impegno. Lavoro, sacrificio e impegno». Ripete: «Lavoro e sacrificio». Un secolo e mezzo di storia e nulla è cambiato. Disprezzo mostravano i governanti venuti dal Nord allora, disprezzo mostrano oggi. Con una differenza. Prima lo dicevano in privato, oggi pubblicamente. E con un tono e un ghigno nuovi. Vero, sono state dette cose anche peggiori dai leghisti ai meridionali. Ma non con questa postura. Non a Sud.
Evidentemente sentono che si può fare. Sentono che la conquista è vicina. Oramai, sentono che stanno portando pezzi di ceto politico ed elettorato del Sud dalla loro parte.
I meridionali sono sbagliati. Lo sanno gli stessi meridionali. Lo si confessi e non se ne parli più. Impegno forte e sacrifici è quello che ci vuole. Non il solito piagnisteo sui fondi. Il piagnisteo di chi è sul divano ad aspettare che arrivino. Con la cosiddetta autonomia, i fondi rimarranno nei centri metropolitani, ai legittimi proprietari che se li sono guadagnati col proprio impegno. Non andranno più nelle periferie coloniali.
Amara ironia? Forse. Era certamente più amara (almeno per i meridionali) quella dei leghisti bossiani quando, a proposito di colonie, dicevano che Garibaldi non unì l’Italia ma divise l’Africa. Per niente ironico era Antonio Gramsci quando meglio di tutti spiegò l’origine della famigerata questione meridionale: «L’unità non era avvenuta su una base di uguaglianza, ma come egemonia del Nord sul Mezzogiorno nel rapporto territoriale di città-campagna, cioè che il Nord concretamente era una ‘piovra’ che si arricchiva alle spese del Sud». Gramsci, come soluzione, auspicava l’alleanza fra gli operai del Nord e i contadini del Sud. Oggi, come soluzione, non ci rimane che cercare l’alleanza fra i non razzisti del Nord e i non razzisti del Sud. Facciamo presto.