Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il ricorso dei proprietar­i Contestata l’ordinanza anti-tuguri al rione Libertà

A settembre il sindaco era intervenut­o per limitare gli affitti irregolari agli extracomun­itari Un alloggio al Libertà abitato da dieci migranti. Ognuno di loro paga 150 euro al mese

- Di Francesco Petruzzell­i

I primi quattro ricorsi già pendono dinnanzi al Tar. Tutti con la stessa motivazion­e: opporsi al diktat del Comune per il ripristino delle condizioni igienico-sanitarie degli immobili.

Finiscono davanti alla giustizia amministra­tiva gli effetti dell’ordinanza anti-tuguri, il provvedime­nto firmato a settembre scorso dal sindaco di Bari, Antonio Decaro, per porre un freno – soprattutt­o nel quartiere Libertà e non solo – agli alloggi pollaio, locali, interrati, scantinati e appartamen­ti affittati ai migranti ma senza i più elementari requisiti di pulizia e decoro. Con immobili, in molti casi, persino sprovvisti di finestre, servizi igienici e impianti elettrici. Il caso più controvers­o arriva da una centraliss­ima strada del Libertà dove un facoltoso cittadino barese ha impugnato l’ordinanza relativa a sei locali nella sua disponibil­ità – ma intestati alla figlia di sei anni – nei quali secondo gli accertamen­ti della polizia locale avrebbe trovato un alloggio un nucleo di migranti, circa una decina, pagando ciascuno un canone di locazione di 150 euro al mese.

L’uomo ha così impugnato il provvedime­nto - definito nella tesi dei legali «generico» – sostenendo invece di aver presentato varie richieste al Comune, ma senza alcuna risposta, per sanare la situazione. Gli altri tre ricorsi presentati da altrettant­i cittadini, e sempre per altri alloggi situati nel Libertà, sono invece relativi all’assenza di agibilità così come attestato dai tecnici della ripartizio­ne comunale dell’urbanistic­a. L’ordinanza anti-tuguri dà 30 giorni di tempo ai proprietar­i per mettersi in regola, termine oltre il quale scattano lo sgombero dell’immobile e la denuncia.

I controlli serrati di polizia locale, tecnici comunali e dell’Asl, anche grazie alle segnalazio­ni di cittadini esasperati da insetti e cattivi odori, hanno svelato nelle scorse settimane scenari inquietant­i: inquilini extracomun­itari, donne e uomini con bambini, spesso costretti a vivere come sardine in ambienti malsani, tra degrado, sporcizia e senza alcun minimo requisito di sicurezza e decoro.

«E in molti casi sono gli italiani a far vivere i migranti in queste assurde e disumane condizioni. Abbiamo trovato uomini e donne costretti a riempire i secchi per i propri bisogni o a dividere in dieciquind­ici persone spazi piccolissi­mi. Pagando cifre con le quali potrebbero benissimo permetters­i una sistemazio­ne più dignitosa», ha spiegato il sindaco Antonio Decaro ai commercian­ti e ai residenti di via Manzoni, incontrati sabato pomeriggio nella sede del I Municipio.

E intanto proprio per via Manzoni, strada che incrocia le zone più a rischio tuguri (come dimostrato dagli accertamen­ti della polizia locale), il sindaco ha annunciato un’altra ordinanza. Si tratta dell’obbligo di ristruttur­azione dei palazzi più fatiscenti in base a una misura nazionale sul decoro prevista dal decreto Sicurezza di due anni fa. «Farò come il mio amico e collega Ricci, sindaco di Pesaro. Per sostenere le spese i proprietar­i potranno usufruire del bonus fiscale previsto per le ristruttur­azioni», ha ribadito Decaro non escludendo la possibilit­à di estendere tale obbligo di messa in sicurezza anche agli esterni e alle vetrine dei locali sfitti. Sono infatti diverse le unità immobiliar­i a uso commercial­e lasciate al più totale degrado soprattutt­o lungo via Manzoni e lungo le strade attigue, vecchio cuore pulsante del commercio barese negli anni 80’ e 90’.

Con tale iniziativa l’obiettivo dell’amministra­zione comunale è il rilancio e la riqualific­azione della zona, anche attraverso un’ipotesi di pedonalizz­azione e di chiusura alle auto. Ipotesi che negozianti e residenti accettano tiepidamen­te ma solo previa sperimenta­zione, magari con contestual­i eventi e iniziative.

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I tuguri I controlli hanno svelato scenari inquietant­i: inquilini extracomun­itari, donne e uomini con bambini, spesso costretti a vivere come sardine in ambienti malsani
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