Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Vi racconto mio padre un porto sicuro nella vita
Rigore e autodisciplina ma anche gioia di vivere caratterizzavano lo storico di cui la figlia tratteggia un inedito ritratto privato
Èpassato un anno da quando mio padre, dolcemente, ci ha lasciati più soli, ma, al tempo stesso, più consapevoli della forza straordinaria della sua presenza. Talvolta è la perdita a palesarci l’eccezionalità della persona scomparsa.
Non è il mio caso. La consapevolezza del privilegio toccatomi in sorte mi ha accompagnata ed è cresciuta negli anni.
Ancora difficile per me parlare di mio padre. Difficile riassumere in poche parole una personalità così complessa e poliedrica, così capace di coniugare e far convivere aspetti tanto diversi e, talvolta, contrastanti con tanta naturalezza e armonia. Rigore ed estrema autodisciplina, ma anche esuberanza e gioia di vivere. Brillante conversatore — diveniva quasi sempre il centro degli incontri tra amici e conoscenti di qualunque età — ma anche, talvolta, muto osservatore che amava comprendere e conglobare tutto in sé stesso. Amava la buona tavola ma, come gli anni terribili della guerra gli avevano insegnato, non esigeva mai nulla, né mai si lamentava. Pur molto preso dalle mille attività, ci è sempre stato amorevolmente vicino senza invadenza, con grande discrezione, senza mai giudicare, sempre pronto a sostenerci, a rivedere posizioni e opinioni. Per me, che ho avuto la gioia di condividere tanto tempo con lui, e per i miei fratelli, ancor più dopo la perdita di nostra madre, era un solido punto di riferimento, un porto sicuro, una fucina di idee. Per i nipoti anche un compagno di giochi (inventava strane parole, grida di battaglia, che divertivano immensamente i bambini). Di mio padre mi manca tutto, ancora oggi mi è naturale pensare, come sempre, di rivolgermi a lui.
Immensa la sua generosità intellettuale e affettiva con noi familiari e con i tantissimi che a lui si rivolgevano per le più svariate questioni di lavoro o anche personali. Aveva un’eccezionale capacità di ascolto, una profonda conoscenza dell’animo umano, in parte, derivata dai suoi studi, ma che era anche una sua cifra personale. Possedeva quella costruttiva forma di umiltà che gli consentiva un’incessante crescita umana oltre che intellettuale. L’antico adagio «si impara sempre», che soleva spesso ripetere, era una pratica di vita.
Conosco pochissime persone che, con l’avanzare dell’età, migliorano tanto gli aspetti più ruvidi del proprio carattere, tramutano i dolori – che come le gioie non sono mancati – in comprensione e accoglienza. Sapeva far tesoro di ogni esperienza, dare attenzione a tutti, sapeva rendere tutto non banale. Era instancabile. Allo svolgimento dei suoi tanti lavori accompagnava un’intensa vita sociale fatta di incontri, telefonate, fitta corrispondenza, visite, attività che da sole sarebbero bastate a riempire la giornata di chiunque. Una vita intensamente vissuta con un’operosità assolutamente fuori dal comune che lo ha accompagnato fino all’ultimo giorno.
Non mi compete e non intendo fare un bilancio – credo comunque prematuro – della sua incredibile produzione scientifica, posso solo osservare che il portato emotivo dato dalla sua scomparsa va ben oltre la famiglia e gli amici. Tanto testimoniano i moltissimi che, in questo primo anno, hanno sentito il bisogno, in vario modo e in diversi ambiti, di ricordarlo. con pubblicazioni, libri e riviste, la carta nazionale del paesaggio, concerti, convegni.
Proprio oggi, primo anniversario della scomparsa, la Società Napoletana di Storia Patria assegnerà il premio intitolato a suo nome nella sala conferenze «Giuseppe Galasso» che la Società gli ha dedicato presso la propria sede. Se il suo lascito come studioso e politico è enorme, peraltro, in questo anno sono apparsi diversi suoi lavori inediti già terminati e consegnati e altri ancora saranno pubblicati in questo 2019, quello umano non è inferiore. La sua vita è finita, ma la sua voce risuona ancora forte.
❞
Nonno felice
Per i nipoti era anche un compagno di giochi, inventava strane parole, grida di battaglia, che divertivano i bambini