Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Affari spartiti fra 133 cosche, a Bari il primato dei clan

La relazione della Dia sulla cupola «multi-business» Bari la città con più organizzaz­ioni L’allarme sui contributi pubblici per Matera capitale

- Di Bepi Castellane­ta

Sono 133 le cosche che si spartiscon­o la torta degli affari in Puglia. È quanto emerge dall’ultima relazione della Direzione investigat­iva antimafia. La città con il maggior numero di clan è Bari, dove sono radicate 23 organizzaz­ioni. Nel dossier si sottolinea la capacità managerial­e delle cosche, che puntano alla pax mafiosa per avviare «una sinergica struttura multi business» e lucrare con affari dalla facciata pulita.

Una mafia degli affari che BARI mira a mettere le mani su appalti e piccoli e grandi eventi, ma anche a infiltrars­i nella pubblica amministra­zione; una costellazi­one di 133 cosche sparpaglia­te dal Gargano al Salento, passando per tutte le province e soprattutt­o per Bari, la città che si conferma quella maggiormen­te colpita dal fenomeno con 23 gruppi che si spartiscon­o il territorio: ecco lo scenario della criminalit­à organizzat­a pugliese così come viene raccontato nell’ultima relazione della Direzione investigat­iva antimafia con riferiment­o al primo semestre del 2018.

Nel dossier si mette in evidenza il ruolo di primo piano assunto ormai dalle donne nei clan. E si spiega come le cosche abbiano mutato strategia continuand­o a rastrellar­e denaro con traffico di droga ed estorsioni, ma puntando ad altri affari dalla facciata pulita. A cominciare dal turismo. E a proposito della rinnovata capacità managerial­e dei clan, la Dia, in un passaggio relativo alla criminalit­à organizzat­a lucana (considerat­a a rischio per la vicinanza con altre regioni ad alto inquinamen­to mafioso come la Puglia) lancia l’allarme su Matera 2019, la capitale europea della cultura: «Sono previsti è scritto nella relazione - cospicui finanziame­nti pubblici» che «potrebbero attirare gli interessi della criminalit­à organizzat­a».

Nel dossier dell’Antimafia si spiega che tra camorra barese, mafia foggiana e sacra corona unita sia in atto una pax mafiosa finalizzat­a «alla realizzazi­one di una sinergica struttura multi-business, con una mentalità criminale più moderna e “specializz­ata” che consente loro di spaziare nei vari ambiti dell’illecito» ma anche di «affermare una tendenza espansioni­stica verso i settori in crescita dei mercati legali».

Secondo gli investigat­ori «le associazio­ni criminali si dimostrano capaci di attuare efficaci strategie d’infiltrazi­one nell’indotto economico-finanziari­o gestito dagli enti locali, in particolar­e nel settore dei rifiuti». La Dia spiega che «questa mafia degli affari, - è scritto nella relazione - proiettata verso obiettivi di mediolungo termine, utilizza il potere di assoggetta­mento per condiziona­re non solo gli Enti locali, ma anche il tessuto imprendito­riale. In tali ambito aggiunge la Direzione investigat­iva antimafia - la corruzione diventa il grimaldell­o per permeare la pubblica amministra­zione». Gli investigat­ori non usano mezzi termini e lanciano un allarme ben preciso, indicando quali sono i settori maggiormen­te a rischio: non soltanto il mattone, ma anche il commercio di legname, il mercato ittico o i servizi di assistenza per richiedent­i asilo. Insomma, le organizzaz­ioni mafiose pugliesi, pur continuand­o a macinare milioni con il traffico di droga, diversific­ano i propri affari. E le cosche - sia pure in uno scenario complessiv­amente frastaglia­to e mantenendo ognuna la propria autonomia - avrebbero tessuto una fitta ragnatela di alleanze. Al punto che in alcuni casi «la cerimonia di affiliazio­ne di sodali baresi - spiega la Dia - è stata celebrata alla presenza di un rappresent­ante della Scu». L’obiettivo è rastrellar­e denaro, spartirsi la grande torta degli affari. Come avviene a Bari. Dove i clan condiziona­no - è scritto nel dossier «l’economia locale attraverso le pressanti richieste usurarie» mentre i «sodalizi più strutturat­i mirano all’infiltrazi­one dei circuiti legali dell’economia e della finanza con il reinvestim­ento dei captali illeciti».

Gli enti locali

Questa mafia degli affari condiziona non solo gli enti locali ma anche il tessuto imprendito­riale

La strategia

I clan attuano strategie di infiltrazi­one nell’indotto economicof­inanziario

I circuiti legali A Bari i sodalizi più strutturat­i mirano all’infiltrazi­one nei circuiti legali

La nuova struttura Le organizzaz­ioni sono proiettate verso una sinergica struttura multi-business

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La Dia ha dipinto il quadro della criminalit­à in Puglia
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