Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
QUANDO LA POLITICA GIOCA D’ANTICIPO
Davvero Michele Emiliano ha lanciato la sua ricandidatura al governo regionale con troppo anticipo? La domanda non è peregrina perché, a guardar bene le dinamiche alla base della costruzione attuale del consenso politico, che si traduce in voti nelle urne, la variabile tempo è tornata ad essere determinante. Determinante, sì, perché giocar d’anticipo, sulle alleanze e sui temi, diventa una specie di custodia anche quando si viene da oltre un decennio di indiscusso governo.
Oggettivamente, chi prima arriva meglio alloggia, nel senso che chi arriva a presidiare spazi ed argomenti altrimenti vuoti, si colloca, o si ricolloca, in una dimensione di potenziale governo. Ce lo ha insegnato Matteo Salvini, il cui merito elettoralistico sta tutto qui. È stato il primo a rientrare nelle periferie (come quelle romane) insidiando gli accampamenti rom e presidiando le case popolari, pigliandosi offese e sputi trasferendo la sua onnipresenza sul web. Tutto è cominciato da lì, da quando il leader di un piccolo partito federalista sceglie di entrare in un campo lasciato vuoto dalla sinistra e dalla destra berlusconiana. Avendolo fatto prima di tutti gli altri, ed essendo partito con quasi tre anni di anticipo rispetto alle elezioni politiche del 2018, Salvini ha guadagnato terreno ed ha imposto l’agenda politica a tutti gli altri. Si è così attestato come megafono del dissenso sociale. Infine, ha adoperato il web riempiendo di contenuti ideologicamente orientati lo spazio del populismo digitale, occupato un tempo dai selfie di Renzi e dalle campagne pentastellate. Queste variabili, combinate in questa sequenza, sono diventate un format.
Ecco, si ha come la sensazione, a rifletterci bene, che questa sequenza possa essere standardizzata ed adoperata nelle elezioni locali. In Abruzzo il centrodestra ha presidiato i luoghi e i temi della ricostruzione postsismica, con una presenza fisica poi portata sul web. È del tutto evidente, allora, che giocando fisicamente d’anticipo, Michele Emiliano si ponga dentro questo format. Il passaggio successivo sarà quello del web, dove l’elaborazione tematica dovrà essere più raffinata che sulla strada, per non correre il rischio di una sovrapposizione troppo spinta tra reale e virtuale. Se vogliamo, il modello comunicativo che si afferma oggigiorno passa prima dalla realtà, per tradursi in messaggio sul web. E questo non è un male, se adoperato per rientrare nelle periferie o nei luoghi dell’abbandono sociale ed estrarne bisogni. Le risposte ed i programmi, per essere credibili devono essere diverse tra destre, centri e sinistre.