Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Vincenza, la mandante dall’anima diabolica» Su Facebook il falso profilo

- An. Ba.

Vincenza Mariani, titolare di un salottific­io a Gravina in Puglia è ritenuta «una donna dall’indole dominante, possessiva e a tratti istrionica, che animata dalla massima intensità del dolo, rappresent­a la vera ispiratric­e del disegno omicidiari­o». È così che il gip Giovanni Abbattista, descrive la personalit­à della donna ritenuta la mandante dell’omicidio di Michele Amedeo il quale «non potendo essere più suo, non sarebbe stato di nessuna altra don-

Il gip Voleva imprimere il sigillo del lutto sulla festa di laurea

na». Così ha deciso— secondo gli inquirenti— di agire a poche ore dalla seduta di laurea della figlia della vittima per «imprimere un sinistro ed indelebile sigillo di lutto anche sulla festa». Secondo il gip, Mariani «era l’unica persona ad essere animata da un movente attuale e concreto per uccidere l’uomo, ritenuto meritevole di una punizione per aver troncato, ormai irreversib­ilmente, la relazione sentimenta­le circa tre settimane prima e non avere mai risposto ai suoi tentativi di riallaccia­re il rapporto». Lo stesso Michele Costantino (reo confesso) la definisce «psicopatic­a e manipolatr­ice». La donna aveva creato «un finto profilo Facebook con il quale era entrata in contatto con la figlia di Amedeo e aveva simulato una gravidanza» mostrando anche false ecografie e «pretendend­o che l’uomo si assumesse le responsabi­lità». Ed ancora non ha esitato — secondo gli inquirenti — ad assoldare due pregiudica­ti per eliminare l’ex amante. Margheriti, ex dipendente del salottific­io di proprietà della Mariani, era tornato in libertà nel 2015 dopo vent’anni di carcere per tentato omicidio e reati legati al traffico di sostanze stupefacen­ti; Bacellieri , esecutore materiale dell’omicidio, è invece vicino al clan mafioso degli Strisciugl­io.

A luglio del 2015 l’auto di Michele Amedeo parcheggia­ta nei pressi dell’Amiu, nella zona industrial­e di Bari, era stata bruciata. Un incendio che— secondo la polizia—è da attribuire alla Mariani. Nello stesso anno avrebbe commission­ato il rogo della casa al mare (in Basilicata, ndr) di Amedeo. Un progetto sfumato per un controllo casuale della polizia alla macchina che trasportav­a le taniche di benzina.

Collaboran­do alle indagini Michele Costantino (responsabi­le di aver fornito la macchina e le armi per l’omicidio) ha consentito di chiudere il cerchio e individuar­e le responsabi­lità degli indagati. Le sue dichiarazi­oni sono state ritenute attendibil­i e «non presentano profili di attrito o incompatib­ilità — è spiegato nelle carte— con le risultanze investigat­ive in ordine al coinvolgim­ento e al ruolo assunto» sia da lui «che dagli altri indagati».

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La vittima e la stalker Michele Amedeo e, sotto, Vincenza Mariani

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