Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Netturbino ucciso Ex amante e killer restano in silenzio
I due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere
La presunta mandante dell’omicidio del netturbino 51enne Michele Amedeo, avvenuto il 25 aprile del 2017, non ha risposto alle domande del gip. Vincenza Mariani, arrestata due giorni fa dai poliziotti della squadra mobile di Bari, insieme ad altre tre persone, è stata interrogata ieri in carcere dinanzi al gip Giovanni Abbattista ma si è avvalsa della facoltà di non rispondere. «Si riserva di valutare gli atti— ha spiegato Nicola Lerario, l’avvocato difensore dell’indagata— ma ha preso le distanze da questa immagine di donna fatale emersa in questa circostanza». Mariani, titolare di un salottificio a Cassano Murge, era l’ex amante della vittima e — secondo la tesi accusatoria— avrebbe pianificato l’omicidio di Amedeo che, una ventina di giorni prima di essere ucciso, aveva definitivamente troncato la relazione clandestina. Per questa ragione la donna avrebbe maturato la decisione di ammazzarlo e, per farlo, avrebbe assoldato due persone (pagando 5mila euro): il genero Giuseppe Baccellieri, vicino al clan Strisciuglio e ritenuto l’esecutore materiale del delitto e Massimo Margheriti, un suo ex dipendente che avrebbe guidato l’auto fino al luogo dell’omicidio: il parcheggio dinanzi alla sede Amiu di Bari. Negli atti dell’inchiesta emerge che la donna avrebbe ordinato l’omicidio il giorno prima che la figlia della vittima si laureasse «in un macabro rituale di vendetta» in modo da rendere «ritorsione maggiormente devastante» ha scritto il gip nel provvedimento cautelare. Mariani, secondo gli inquirenti, era «quasi in competizione» con la figlia dell’uomo. Con un finto profilo Facebook sarebbe infatti entrata in contatto con lei per rivelarle (ma era una bugia) di essere rimasta incinta di suo padre e per carpire informazioni.
Interrogatorio di garanzia ieri anche per Giuseppe Bacellieri che non ha risposto alle domande del gip. Margheriti sarà invece interrogato questa mattina per rogatoria nel carcere di Foggia dove è detenuto. La quarta persona coinvolta è Michele Costantino, accusato di aver fornito l’arma e l’auto per l’omicidio.