Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Manifestazione antiracket, sfilano appena in cento
La manifestazione organizzata dopo le bombe ai negozianti. In piazza le vittime e gli studenti
Solo un centinaio di persone, soprattutto giovani, hanno preso parte al corteo anti-racket organizzato a Foggia dopo le bombe che hanno colpito i negozi della città. Dimitri Loi, presidente dell’associazione «Panunzio» che ha organizzato l’evento, accusa: «Basta omertà, così si è involontari complici delle organizzazioni criminali».
Sarà stato il freddo. Sarà stato, forse, come ha lamentato qualcuno (ma è sembrata solo una scusa) che tutto sia stato deciso all’ultimo momento. Ma ieri Foggia non ha risposto alla chiamata dell’associazione Giovanni Panunzio che aveva organizzato una marcia per dire no al racket e alla mafia. Sono state un centinaio, secondo fonti delle forze dell’ordine, le persone - pochi cittadini e molti studenti – che hanno sfilato per l’isola pedonale del capoluogo. Una manifestazione programmata dopo i numerosi attentati dinamitardi che, nelle ultime settimane, hanno colpito la città: sette le bombe fatte esplodere, dall’inizio dell’anno, e che hanno preso di mira attività commerciali e imprenditori. Attentati che avevano scatenato una serie di reazioni e un malcontento generale tra la cittadinanza. Ma solo sui social a vedere la scarsa, scarsissima, partecipazione di ieri mattina.
«Dopo tutto quello che è accaduto e anche dopo le risposte dello Stato ci saremmo aspettati una partecipazione maggiore», afferma Dimitri Lioi, presidente dell’associazione Giovanni Panunzio. Il corteo si è concluso in piazza Battista, alla presenza del sindaco Franco Landella, dove i partecipanti sono saliti a non più di 200, soprattutto studenti. «Foggia – ha proseguito Lioi – è una città ricca di potenzialità ma, dove è ancora troppo presente la cappa dell’omertà, del girare lo sguardo dall’altra parte. Ci si lamenta sui social ma, quando si chiede di metterci la faccia pochi, pochissimi lo fanno. Questo rappresenta una involontaria connivenza con la criminalità. Ma noi andiamo avanti. Quello di ieri è stato per noi un punto da cui partire».
«A me - ha detto il sindaco di Foggia Franco Landella non interessa se siamo dieci, cento mille. Noi dobbiamo avere il coraggio di non girare più la testa. Il compito di una città che deve reagire che deve alzare la testa, dipende da tutti noi. Le forze dell’ordine, la magistratura stanno facendo un grande e importante lavoro. Ma non basta, perché bisogna avere il coraggio di denunciare. Non dobbiamo più avere paura».
Tra gli studenti che hanno sfilato per le vie di Foggia c’era anche don Aniello Manganiello, il prete anticamorra di Scampia, che ha invitato proprio i ragazzi «a riprendersi le piazze, a scendere per strada per riconquistare il territorio» e ha lanciato un messaggio agli adulti perché «prendano maggiore coscienza della situazione, perché non basta solo gridare no». Ma, ieri mattina, a dire no al racket e alla mafia erano davvero in pochi.
«Noi – ha detto Cristina, una studentessa - siamo scesi in strada per affermare che vogliamo una città che viva senza più bombe. Non vogliamo svegliarci nella notte per un boato. Ma non si può solo gridare sui social. È troppo facile così. Bisognava gridarlo qui, oggi con noi. In mezzo alla città. Non so se, oggi, la legalità ha battuto la mafia, il racket».
Dimitri Loi associazione Panunzio Ci si lamenta sui social ma, quando si chiede di metterci la faccia, pochissimi lo fanno Noi non ci arrendiamo
Franco Landella sindaco di Foggia
A me non interessa se siamo dieci, cento, mille Noi dobbiamo avere il coraggio di non girare più la testa