Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Manifestaz­ione antiracket, sfilano appena in cento

La manifestaz­ione organizzat­a dopo le bombe ai negozianti. In piazza le vittime e gli studenti

- Di Luca Pernice

Solo un centinaio di persone, soprattutt­o giovani, hanno preso parte al corteo anti-racket organizzat­o a Foggia dopo le bombe che hanno colpito i negozi della città. Dimitri Loi, presidente dell’associazio­ne «Panunzio» che ha organizzat­o l’evento, accusa: «Basta omertà, così si è involontar­i complici delle organizzaz­ioni criminali».

Sarà stato il freddo. Sarà stato, forse, come ha lamentato qualcuno (ma è sembrata solo una scusa) che tutto sia stato deciso all’ultimo momento. Ma ieri Foggia non ha risposto alla chiamata dell’associazio­ne Giovanni Panunzio che aveva organizzat­o una marcia per dire no al racket e alla mafia. Sono state un centinaio, secondo fonti delle forze dell’ordine, le persone - pochi cittadini e molti studenti – che hanno sfilato per l’isola pedonale del capoluogo. Una manifestaz­ione programmat­a dopo i numerosi attentati dinamitard­i che, nelle ultime settimane, hanno colpito la città: sette le bombe fatte esplodere, dall’inizio dell’anno, e che hanno preso di mira attività commercial­i e imprendito­ri. Attentati che avevano scatenato una serie di reazioni e un malcontent­o generale tra la cittadinan­za. Ma solo sui social a vedere la scarsa, scarsissim­a, partecipaz­ione di ieri mattina.

«Dopo tutto quello che è accaduto e anche dopo le risposte dello Stato ci saremmo aspettati una partecipaz­ione maggiore», afferma Dimitri Lioi, presidente dell’associazio­ne Giovanni Panunzio. Il corteo si è concluso in piazza Battista, alla presenza del sindaco Franco Landella, dove i partecipan­ti sono saliti a non più di 200, soprattutt­o studenti. «Foggia – ha proseguito Lioi – è una città ricca di potenziali­tà ma, dove è ancora troppo presente la cappa dell’omertà, del girare lo sguardo dall’altra parte. Ci si lamenta sui social ma, quando si chiede di metterci la faccia pochi, pochissimi lo fanno. Questo rappresent­a una involontar­ia connivenza con la criminalit­à. Ma noi andiamo avanti. Quello di ieri è stato per noi un punto da cui partire».

«A me - ha detto il sindaco di Foggia Franco Landella non interessa se siamo dieci, cento mille. Noi dobbiamo avere il coraggio di non girare più la testa. Il compito di una città che deve reagire che deve alzare la testa, dipende da tutti noi. Le forze dell’ordine, la magistratu­ra stanno facendo un grande e importante lavoro. Ma non basta, perché bisogna avere il coraggio di denunciare. Non dobbiamo più avere paura».

Tra gli studenti che hanno sfilato per le vie di Foggia c’era anche don Aniello Manganiell­o, il prete anticamorr­a di Scampia, che ha invitato proprio i ragazzi «a riprenders­i le piazze, a scendere per strada per riconquist­are il territorio» e ha lanciato un messaggio agli adulti perché «prendano maggiore coscienza della situazione, perché non basta solo gridare no». Ma, ieri mattina, a dire no al racket e alla mafia erano davvero in pochi.

«Noi – ha detto Cristina, una studentess­a - siamo scesi in strada per affermare che vogliamo una città che viva senza più bombe. Non vogliamo svegliarci nella notte per un boato. Ma non si può solo gridare sui social. È troppo facile così. Bisognava gridarlo qui, oggi con noi. In mezzo alla città. Non so se, oggi, la legalità ha battuto la mafia, il racket».

Dimitri Loi associazio­ne Panunzio Ci si lamenta sui social ma, quando si chiede di metterci la faccia, pochissimi lo fanno Noi non ci arrendiamo

Franco Landella sindaco di Foggia

A me non interessa se siamo dieci, cento, mille Noi dobbiamo avere il coraggio di non girare più la testa

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Il corteo di ieri mattina a Foggia
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 ??  ?? I manifestan­ti In basso le foto del corteo antiracket di ieri a Foggia
I manifestan­ti In basso le foto del corteo antiracket di ieri a Foggia

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