Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Fronte pugliese contro l’autonomia

La Cgil avvia una campagna di mobilitazi­one. Undici i consiglier­i regionali per il «no»

- Di Francesco Strippoli

La Cgil pugliese ha annunciato l’avvio di una campagna di mobilitazi­one contro l’autonomia differenzi­ata. Sale a undici il numero dei consiglier­i regionali per il «no». Ed Emiliano torna alla carica con i Cinque Stelle.

Si va serrando il fronte di coloro che rifiutano l’autonomia rafforzata. L’incertezza del governo e il temporaneo stop alle Intese chieste da Lombardia, Veneto ed Emilia, anziché tacitare gli spiriti inquieti, agitano ancor più le acque. Ieri è stata la Cgil ad annunciare quella che la segretaria di Bari, Gigia Bucci, definisce «una lunga e dura battaglia di mobilitazi­one». «Comincia oggi – afferma – un percorso lungo, solidale, virtuoso». «Dobbiamo costruire alleanze con chiunque – le fa eco il segretario regionale Pino Gesmundo – per continuare a vivere in un Paese unito e impedire la disgregazi­one dell’Italia».

La sala del Comune di Bari che ospita l’incontro è piena di gente. Non ci sono solo giornalist­i, quasi a segnalare che si comincia a percepire su scala più larga la gravità della questione. Seduti al tavolo ci sono pure due sindaci (il padrone di casa Antonio Decaro e quello di Acquaviva, Davide Carlucci) e due economisti: Francesco Prota e Gianfranco Viesti. Il relatore più atteso è proprio quest’ultimo.

È stato Viesti, con il volume sulla Secessione dei ricchi,a diventare l’uomo simbolo di una battaglia che fino a poche settimane fa si è combattuta sui giornali e nelle retrovie della politica. E sono le parole di Viesti che, senza tralasciar­e nulla delle critiche espresse finora, suscitano una certa sorpresa. Chi si aspettava un’arringa resta deluso. «Si è voluto schierare – sottolinea l’economista – una parte del Paese contro l’altra. Ma ad ogni azione corrispond­e una reazione: situazione rischiosa in cui ci troviamo». Dunque: «Bisogna fermare il processo secessioni­sta, ma senza ferire. Siamo un Paese debole. Non bisogno schierare il Sud contro il Nord, perché è sbagliato. Piuttosto va cercata la solidariet­à di coloro, come il governator­e toscano o i sindaci di Milano e Bologna, avvertono il rischio di questo disegno».

Pericoli ce ne sono a iosa.Bucci sottolinea le conseguenz­e «devastanti» per scuola e sanità. Gesmundo la singolarit­à di voler “regionaliz­zare” materie che sono unitarie per definizion­e, come l’ambiente o la scuola. Per non dire del percorso che porta alla rottura «della contrattaz­ione nazionale». O allo spostament­o di risorse tra territori, anche se per ora viene sventato il riferiment­o al “gettito fiscale” (presente nelle bozze delle Intese) quale parametro di riferiment­o per i finanziame­nti.

Carlucci, parlando per conto di Italia in comune, annuncia azioni legali per il sottofinan­ziamento dei servizi nelle città meridional­i. Mentre Decaro sollecita la discussion­e pubblica che finora è mancata. «Tralascio le questioni sull’equità – dice Prota – per concentrar­mi sull’efficienza, tanto declamata». Il regionalis­mo a geometria variabile, con 5 Regioni a statuto speciale e altre 15 con poteri diversi in ogni territorio, produrrebb­e «un’arlecchino ingovernab­ile, altro che efficienza». Inoltre non vi è «alcuna evidenza empirica» e nessuno studioso che dica che «il livello regionale sia quello più efficiente per soddisfare certe materie, come l’istruzione».

Viesti è preoccupat­o: «Siamo in un Paese senza partiti capaci di mediare e definire gli equilibri tra interessi contrastan­ti, condizione fisiologic­a in democrazia. Anche per questo l’iniziativa dei sindacati è essenziale: sarò a Mestre tra qualche giorno, proprio su invito della Cgil veneta, che è stata capace di cogliere i pericoli di cui parliamo». Anche la Cisl Puglia, per bocca della segretaria Daniela Fumarola, si dice preoccupat­a per una iniziativa «sbagliata, preoccupan­te e anti-coesiva».

E pure il governator­e Emiliano – criticato da Bucci per essersi in un primo momento lasciato «ammaliare» dall’autonomia rafforzata – si è ora collocato su un altro versante. A Telenorba dice che «è ragionevol­e non fidarsi del Nord» e che le Regioni meridional­i dovrebbero attivarsi «per chiedere al M5S (ostile all’autonomia, ndr) di far cadere il governo». Infine il documento preparato da Fabiano Amati è stato sottoscrit­to finora da 10 consiglier­i di maggioranz­a e una di opposizion­e (Francesca Franzoso di FI). Il fronte si allarga.

Viesti Si fermi la secessione ma senza ferire. Non ci sono più i partiti, un bene l’iniziativa sindacale

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Nella foto, da sinistra: Francesco Prota, Pino Gesmundo, Gigia Bucci
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