Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
MA LA BUROCRAZIA NON È UNA FAKE NEWS
La Puglia non è più la terra dove sulle spiagge si costruivano case abusive, devastando le dune e il paesaggio. Non è più la terra dove i palazzinari saccheggiavano scogliere e litorali tanto da spingere Legambiente a denunciare l’esistenza, dal Gargano al Salento, di circa 30 mila abusi edilizi, piccoli e grandi. Fino a dieci anni fa della Puglia turistica, in giro per il mondo, si parlava soprattutto per l’abusivismo edilizio di Porto Cesareo, nel Salento. Oggi, per fortuna, non è più così. Il New York Times ha indicato la Puglia come una delle mete turistiche imperdibili del mondo. Alla Bit di Milano, nei giorni scorsi, la Regione ha celebrato il record di presenze turistiche, oltre 15 milioni, nel 2018. Bari addirittura, con oltre 400 mila arrivi, ha superato anche le località più rinomate come Gargano e Salento.
La cartolina si è rifatta il look? Sì, i numeri sono emblematici. Ma c’è qualcosa che non va se esponenti di Confindustria, dopo il successo alla Bit, hanno segnalato la difficoltà delle grandi catene alberghiere di investire in Puglia. I dirigenti di Confindustria sono stati chiari: «La burocrazia frena gli investimenti. Troppi vincoli, pareri e autorizzazioni». Il tema è: fino a che punto sviluppo e ambiente possono convivere? A Milano l’associazione di Viale Astronomia ha annunciato che entro il 2022 in Italia le grandi catene investiranno un miliardo per realizzare 16 mila posti letto. In Puglia non ci sono progetti di maxi-alberghi. Il caso di Cristiano Ronaldo (il resort pensato per Vieste ma mai avviato), raccontato dal
Corriere del Mezzogiorno, ha distratto un po’ l’attenzione sul problema vero. I grandi imprenditori vogliono investire in Puglia ma hanno paura perché le regole ferree della burocrazia possono vanificare i loro progetti. E perdere soldi.
Emiliano si è affrettato a difendere il piano paesaggistico territoriale regionale. Ha fatto bene, perché lo strumento urbanistico è una sentinella efficace per difendere il territorio da chi per anni lo ha violentato. Ma l’allarme di Confindustria non va sottovalutato. I grandi resort portano sviluppo e occupazione. Non è solo un affare per lobby. E gli industriali sanno che con la difesa del territorio non si scherza. Anche alla Regione lo sanno bene. E lo stesso Emiliano ha spiegato di essere pronto, Cristiano Ronaldo a parte, a dialogare con gli imprenditori che intendono investire. Con la speranza, però, che il dialogo non si trasformi in una fake news.