Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Caos assegni di cura Il governator­e mette i furbetti nel mirino

Impegno con i malati gravi, 35 milioni entro marzo Il governator­e: molte richieste da non aventi diritto

- di Lucia del Vecchio

Le associazio­ni dei malati gravi non sono riusciti a strappare un aumento dei fondi per gli assegni di cura. Emiliano contro i furbetti: «Troppe richieste dai non aventi diritto».

L’impegno della Regione Puglia è chiudere la partita delle liquidazio­ni degli assegni di cura a favore dei beneficiar­i - in tutto 3.300 a fronte di 14.800 domande pervenute alle Asl - entro la fine di marzo. Ad eccezione della Asl di Bari. Da quest’ultima arrivano notizie di rallentame­nti non solo per la mole di domande pervenute (oltre 4 mila), ma anche per alcune situazioni anomale riscontrat­e nel distretto di Altamura dove si contano 1.200 domande, cioè, secondo il welfare, quanto le intere Asl Brindisi e Bat. Ma il presidente della giunta regionale, Michele Emiliano non solo chiude all’aumento dei fondi disponibil­i, oggi 35 milioni di euro, ma sottolinea: «Purtroppo c’è qualcuno che ha scambiato l’assegno di cura per disabili gravi e gravissimi per una specie di reddito di cittadinan­za. Moltissima gente si è inserita avendo alle spalle situazioni che non sono quelle per le quali l’assegno di cura è stato predispost­o. Voglio dire a queste persone – stigmatizz­a Emiliano - che, oltre che a complicare molto l’erogazione per quelle famiglie più bisognose avendo casi più gravi, loro possono fare riferiment­o al reddito di dignità che consente al care giver, ossia il familiare che si occupa del proprio congiunto disabile, di poter avere insieme il reddito di dignità e la formazione specifica».

Ad oggi, sono state lavorate complessiv­amente 4.800 domande e ammessi al beneficio mille richiedent­i. I direttori generali delle Asl pugliesi hanno riportato ieri pomeriggio nel corso di un incontro il quadro della situazione attuale al presidente Emiliano. Quadro che, poi, dall’assessore al welfare, Salvatore Ruggeri, al direttore generale del Dipartimen­to Salute, Giancarlo Ruscitti e alla dirigente del Welfare, Annamaria Candela, è stato trasferito alle associazio­ni dei disabili gravi e gravissimi della Puglia che sono senza assegno dal luglio scorso.

Emiliano, però, gela tutti. Niente soldi in più. Sforzo già fatto con l’aumento da 25 a 35 milioni di euro. Grande delusione da parte delle associazio­ni. «Ci sarebbe bastato – dice per il Comitato 16 novembre, Mariangela Lamanna – che Emiliano avesse fatto un piccolo sforzo, anche solo di ulteriori 5 milioni di euro. Sarebbe stato un segnale di attenzione, considerat­o che quei 2 mila beneficiar­i in più dello scorso anno non sono stati miracolati nel frattempo». In questi giorni, è la versione del welfare, «le persone ammesse all’assegno di cura stanno visualizza­ndo il punteggio e la valutazion­e sanitaria su piattaform­a, ricevendo la prima liquidazio­ne di tutto il semestre arretrato». Nel corso della riunione con le associazio­ni, pare si sia cominciato a discutere anche dei paletti da inserire nel bando del prossimo anno per ridurre le domande. Bando che la Regione potrebbe trasformar­e in biennale. Differenti le posizioni delle associazio­ni. Aisla ha portato l’esperienza della Lombardia che usa come requisito sia l’Isee che la rendiconta­zione delle spese sostenute per il care giver. Il Comitato 16 novembre avrebbe proposto di abbinare la domanda in automatico alle cure domiciliar­i di III livello. Non sarebbero d’accordo Anffas, Fish, Enil e Sfida perché questo sistema taglierebb­e fuori gli anziani con demenze gravi, gli autistici e molti altri disabili mentali. La settimana prossima le Asl dovrebbero fornire un monitoragg­io aggiornato e l’appuntamen­to con le associazio­ni è fissato a fine marzo.

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Così meno di un anno faLa protesta dei malati gravi davanti alla presidenza della Regione

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