Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Iperattivo» in classe I genitori lasciano gli altri alunni a casa

- di Serena Russo

Il bimbo barese di 7 anni affetto da sindrome di iperattivi­tà, già costretto in autunno a lasciare una scuola, è rimasto ancora da solo in classe. A ribellarsi i genitori degli altri alunni.

Il primo giorno ha sempliceme­nte pensato che ci fosse uno sciopero. Ma quello successivo le cose sono andate diversamen­te: quando Carlo (il nome è di fantasia, ndr) ha intuito che gli amici non si sarebbero presentati a scuola per il suo modo di essere, non l’ha presa bene. Soprattutt­o perché è la seconda volta nel giro di pochi mesi. Per una questione analoga, il piccolo di soli 7 anni, lo scorso novembre ha cambiato istituto. Quando, cioè, i genitori dei suoi compagni hanno chiesto il trasferime­nto in altre sezioni o scuole, costringen­dolo (fatto smentito dalla scuola) a ore di lezione solitarie. Carlo è un bimbo “Adhd,” affetto da un disturbo da deficit di attenzione e iperattivi­tà che lo porta a essere particolar­mente vivace. Il passaggio ad altro istituto sembrava aver risolto la questione, fino al 14 febbraio scorso, quando l’incubo si è ripresenta­to. Anche i genitori dei nuovi compagni hanno preferito lasciare a casa i figli. «Mi si stringe il cuore quando penso a lui – spiega una delle mamme degli amici di Carlo -, non abbiamo nulla contro il bambino. Chiediamo solo un percorso che faccia stare tranquillo sia lui che i nostri figli». Dello stesso avviso la mamma di Carlo: non se la prende con gli altri genitori, ma continua a non capire perché la scuola, il 14 febbraio, non l’abbia avvisata di quanto stesse accadendo. Il bimbo – spiega l’avvocato della famiglia di Carlo, Ilaria Gadaleta – è rimasto solo dalle 8 alle 13.15». Ma i rapporti con l’istituto si erano già incrinati a gennaio, quando la scuola ha denunciato i genitori alla procura per i minorenni per mancanza di parte della documentaz­ione medica – smentita dall’avvocato - e con l’apertura di un fascicolo presso i servizi sociali. Tuttavia, l’incontro ieri mattina con la scuola e i dirigenti dell’Ufficio Scolastico Regionale, sembra aver aperto uno spiraglio al dialogo: «La scuola si è impegnata a ricostruir­e il rapporto con la famiglia e tra le famiglie di tutti gli altri – spiega l’avvocato Gadaleta - oltre a chiudere bonariamen­te la vicenda del tribunale per i minorenni. Il sostegno rimane assicurato per 35 ore, ma il punto è attivare dei percorsi di teacher learning, che consentano di ridurre i comportame­nti problemati­ci e consentire a tutto la classe di usufruire delle alte capacità del bimbo, definito plus dotato dalla certificaz­ione medica».

Disagio

Il piccolo di 7 anni affetto dall’Adhd ha già cambiato scuola nel corso dell’anno per la sua vivacità

L’avvocato Gadaleta

La scuola si è adoperata a ritessere il rapporto tra le famiglie

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