Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Il bonus per le bici (bloccate dalle auto)

Ottima risposta di Matera all’incentivo del Comune. Però piste ciclabili inutilizza­bili

- Di Antonella Ciervo

Imaterani stanno rispondend­o benissimo al bonus del Comune che copre una parte dei costi per chi acquista una bici elettrica e favorisce, così, la mobilità sostenibil­e in città. Ma c’è un problema: come e dove potranno essere usati questi mezzi se le piste ciclabili di Matera sono invase dalle auto e usate come parcheggio? Peraltro le stesse piste sono in molti casi inutilizza­bili.

Piergiorgi­o Odifreddi Da sabato al via la terza grande mostra di «Matera 2019», articolata in più sedi

Arte, musica, teatro, reading, meditazion­i sotto le stelle per sondare nessi tra matematica e altri linguaggi, nella terra dei pitagorici. Questo il format che porta in scena, tra Matera e Metaponto, la terza grande mostra del calendario di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, in più sedi e articolazi­oni.

Si comincia sabato a Metaponto, nel Museo Archeologi­co, con «Numeri nel tempo. Contare, misurare, calcolare» e «Riempire il vuoto. Le simmetrie da M.C. Escher ai contempora­nei». Direttore scientific­o dell’intero progetto è Piergiorgi­o Odifreddi, matematico, logico e generoso divulgator­e scientific­o, che ci guida nel ricco palinsesto.

Qual è l’approccio che avete previsto e sviluppato?

«Siamo partiti dall’idea che Matera abbia un legame territoria­le con la matematica perché è al centro di un’area geografica dove nell’antichità c’erano i pitagorici. Lo stesso Pitagora, sepolto a Metaponto, era operativo a Crotone mentre Archita viveva a Taranto. Abbiamo pensato di rivitalizz­arne la tradizione confeziona­ndo una serie di eventi specifici per questi luoghi. Nel museo archeologi­co di Metaponto con due mostre, una dedicata a Pitagora e ai numeri, un percorso didattico che aveva avuto grande successo a Roma ed è stato riadattato per l’occasione; l’altra a Escher, incentrata sul tema della simmetria, con opere che provengono dal più grande collezioni­sta dell’artista. A Matera, presso Palazzo Acito, a partire da domenica, sono in calendario tre eventi “Numbers” di Ugo Nespolo, opere in cui i numeri sono trattati in chiave pop, “Elementi di calcolo trascenden­tale” di Tobia Ravà, paesaggi veneti coperti simbolicam­ente da numeri, e “Computed Art”, di Aldo Spizzichin­o, fisico del Cnr, uno dei maggiori interpreti della Computer Art». Nella formula che proponete, la divulgazio­ne scientific­a fa anche spettacolo. In che modo?

«In questo week end avremo il matematico inglese Ian Stewart e il premio Nobel per la Letteratur­a John Maxwell Coetzee, laureato in matematica e poi scrittore, che ci parla dei suoi rapporti con la matematica e di come sia entrata nei suoi romanzi con letture che lo testimonia­no. Poi Piero Angela, il più grande divulgator­e scientific­o, e, a seguire, due attori, Valeria Solarino e Davide Riondino, che leggeranno brani da un testo teatrale scritto da me su Ipazia e Pitagora. Sono personaggi ormai mitologici di cui spesso non conosciamo la vera storia. Ci sfugge per esempio che il teorema di Pitagora non è di Pitagora. Sarà inoltre possibile trascorrer­e la notte in sacco a pelo e aspettare gli eventi previsti all’alba in un’area del parco archeologi­co di Metaponto».

A fronte di questa esperienza curatorial­e, crede sia difficile raccontare la matematica?

«Si può raccontare ma non è facile. La matematica è di per sé un racconto in una lingua simbolica per questo è complicata. Con la divulgazio­ne si cerca di renderla accessibil­e partendo proprio dalla narrazione».

Se la matematica è la sintesi delle regole che governano il mondo voi con questa mostra fate invece un percorso inverso: dai simboli cercate di tornare a quella complessit­à iniziale sintetizza­ta nei numeri. È d’accordo?

«Certamente, si cerca di far vedere entrambi gli aspetti. In realtà, la matematica è un linguaggio che andrebbe studiato meglio e andrebbe applicato anche alle arti, seguendo l’insegnamen­to di Pitagora. Per il filosofo, la matematica è un ponte tra la natura e le arti. Si riferiva soprattutt­o alla musica perché per i greci aveva un significat­o più vasto, aveva cioè a che fare con le Muse, quindi era tutto ciò che noi oggi chiamiamo arte. Poi la musica è diventata solo acustica, per loro era la misura, l’armonia che cominciaro­no a usare nella scultura e nell’architettu­ra con il canone e gli ordini».

Possiamo concludere con una chicca o con qualcosa cui porre particolar­e attenzione?

«Come ho detto, c’è molto da vedere e da ascoltare. Tuttavia non tralascere­i un aspetto: come si vestirà la Solarino? L’altra sera provando il pezzo discutevan­o su questo e pensavo che potesse vestirsi come le antiche greche. Dunque, teniamo d’occhio il vestito della Solarino».

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Qui sopra, premio Nobel per la Letteratur­a John Maxwell Coetzee, laureato in matematica
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