Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il bonus per le bici (bloccate dalle auto)
Ottima risposta di Matera all’incentivo del Comune. Però piste ciclabili inutilizzabili
Imaterani stanno rispondendo benissimo al bonus del Comune che copre una parte dei costi per chi acquista una bici elettrica e favorisce, così, la mobilità sostenibile in città. Ma c’è un problema: come e dove potranno essere usati questi mezzi se le piste ciclabili di Matera sono invase dalle auto e usate come parcheggio? Peraltro le stesse piste sono in molti casi inutilizzabili.
Piergiorgio Odifreddi Da sabato al via la terza grande mostra di «Matera 2019», articolata in più sedi
Arte, musica, teatro, reading, meditazioni sotto le stelle per sondare nessi tra matematica e altri linguaggi, nella terra dei pitagorici. Questo il format che porta in scena, tra Matera e Metaponto, la terza grande mostra del calendario di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, in più sedi e articolazioni.
Si comincia sabato a Metaponto, nel Museo Archeologico, con «Numeri nel tempo. Contare, misurare, calcolare» e «Riempire il vuoto. Le simmetrie da M.C. Escher ai contemporanei». Direttore scientifico dell’intero progetto è Piergiorgio Odifreddi, matematico, logico e generoso divulgatore scientifico, che ci guida nel ricco palinsesto.
Qual è l’approccio che avete previsto e sviluppato?
«Siamo partiti dall’idea che Matera abbia un legame territoriale con la matematica perché è al centro di un’area geografica dove nell’antichità c’erano i pitagorici. Lo stesso Pitagora, sepolto a Metaponto, era operativo a Crotone mentre Archita viveva a Taranto. Abbiamo pensato di rivitalizzarne la tradizione confezionando una serie di eventi specifici per questi luoghi. Nel museo archeologico di Metaponto con due mostre, una dedicata a Pitagora e ai numeri, un percorso didattico che aveva avuto grande successo a Roma ed è stato riadattato per l’occasione; l’altra a Escher, incentrata sul tema della simmetria, con opere che provengono dal più grande collezionista dell’artista. A Matera, presso Palazzo Acito, a partire da domenica, sono in calendario tre eventi “Numbers” di Ugo Nespolo, opere in cui i numeri sono trattati in chiave pop, “Elementi di calcolo trascendentale” di Tobia Ravà, paesaggi veneti coperti simbolicamente da numeri, e “Computed Art”, di Aldo Spizzichino, fisico del Cnr, uno dei maggiori interpreti della Computer Art». Nella formula che proponete, la divulgazione scientifica fa anche spettacolo. In che modo?
«In questo week end avremo il matematico inglese Ian Stewart e il premio Nobel per la Letteratura John Maxwell Coetzee, laureato in matematica e poi scrittore, che ci parla dei suoi rapporti con la matematica e di come sia entrata nei suoi romanzi con letture che lo testimoniano. Poi Piero Angela, il più grande divulgatore scientifico, e, a seguire, due attori, Valeria Solarino e Davide Riondino, che leggeranno brani da un testo teatrale scritto da me su Ipazia e Pitagora. Sono personaggi ormai mitologici di cui spesso non conosciamo la vera storia. Ci sfugge per esempio che il teorema di Pitagora non è di Pitagora. Sarà inoltre possibile trascorrere la notte in sacco a pelo e aspettare gli eventi previsti all’alba in un’area del parco archeologico di Metaponto».
A fronte di questa esperienza curatoriale, crede sia difficile raccontare la matematica?
«Si può raccontare ma non è facile. La matematica è di per sé un racconto in una lingua simbolica per questo è complicata. Con la divulgazione si cerca di renderla accessibile partendo proprio dalla narrazione».
Se la matematica è la sintesi delle regole che governano il mondo voi con questa mostra fate invece un percorso inverso: dai simboli cercate di tornare a quella complessità iniziale sintetizzata nei numeri. È d’accordo?
«Certamente, si cerca di far vedere entrambi gli aspetti. In realtà, la matematica è un linguaggio che andrebbe studiato meglio e andrebbe applicato anche alle arti, seguendo l’insegnamento di Pitagora. Per il filosofo, la matematica è un ponte tra la natura e le arti. Si riferiva soprattutto alla musica perché per i greci aveva un significato più vasto, aveva cioè a che fare con le Muse, quindi era tutto ciò che noi oggi chiamiamo arte. Poi la musica è diventata solo acustica, per loro era la misura, l’armonia che cominciarono a usare nella scultura e nell’architettura con il canone e gli ordini».
Possiamo concludere con una chicca o con qualcosa cui porre particolare attenzione?
«Come ho detto, c’è molto da vedere e da ascoltare. Tuttavia non tralascerei un aspetto: come si vestirà la Solarino? L’altra sera provando il pezzo discutevano su questo e pensavo che potesse vestirsi come le antiche greche. Dunque, teniamo d’occhio il vestito della Solarino».