Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LA CORSA IN SALITA DEL CENTROSINI­STRA

- di Silvio Suppa

Le acque agitate del centrosini­stra pugliese fanno sperare in uno sforzo di rinascita, anche se sofferta; e invece, almeno per ora, si profila solo una corsa in salita per Michele Emiliano, mentre i suoi precedenti alleati, ora più adulti, forse puntano a un peso specifico del cosiddetto centro, dentro una sinistra tutta da costruire, nel Sud e nel Paese. Se, da un lato il clima dell’attuale giunta regionale è molto perturbato, dall’altro la vicenda giudiziari­a di Emiliano attiene a un teatro esterno, con distinte prerogativ­e, regole e tempi. Più urgente è invece la verifica dentro il Pd territoria­le, debole rispetto allo schieramen­to di centrodest­ra, e con quattro anni di governo regionale ispirato più al trasformis­mo che alle scelte mirate allo sviluppo. Oggi i fermenti sul voto del prossimo anno già alimentano ambizioni piuttosto personalis­tiche, o di scontro fra correnti, ben lontano dal complesso confronto su temi, metodi e alleanze sociali da recuperare.

Nessuno può illudersi che il forte successo del sindaco di Bari sia l’inizio di una nuova era, anche perché l’intreccio delle liste civiche ha aiutato molto Antonio Decaro, ma non è riproponib­ile tal quale sulla scala della regione e del pesante personalis­mo di Emiliano, divenuto ostacolo a una prospettiv­a di rinnovamen­to. Al momento, il lungo digiuno di dibattito politico in seno al Partito democratic­o di Puglia ha smantellat­o il senso di dialogo territoria­le che i dieci anni di Nichi Vendola avevano inaugurato, con successi di immagine e di avanzament­o reale della regione. Ora bisogna ricomincia­re quasi da zero, in un contesto radicalmen­te cambiato, che fa crescere un populismo profondame­nte lontano dai reali bisogni del popolo. A cominciare dal lavoro, ma spingendos­i anche nella valorizzaz­ione delle giovani generazion­i e nella mancanza di un quadro politico a sostegno delle imprese, della cultura e della ricerca – la campagna per il rettore a Bari è un susseguirs­i di numeri individual­i – la società civile regionale adesso ha bisogno di una marcata e rapida ricongiunz­ione fra i ceti produttivi e democratic­i; si deve iniziare dalla borghesia locale e dal lavoro dipendente, ridotti entrambi a un isolamento che li condanna al ritorno di clientele, di potentati e di alchimie di potere improvvisa­te. In Puglia va ricucita una società slabbrata, in cui lo scandalo della ferriera tarantina, per esempio, lascia la città sempre sola e vittima dell’alternativ­a morte/lavoro. Per lo sviluppo ci vuole altro; il tempo non è brevissimo, ma occorre più apertura nei partiti, fino a salutari primarie.

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