Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LA CORSA IN SALITA DEL CENTROSINISTRA
Le acque agitate del centrosinistra pugliese fanno sperare in uno sforzo di rinascita, anche se sofferta; e invece, almeno per ora, si profila solo una corsa in salita per Michele Emiliano, mentre i suoi precedenti alleati, ora più adulti, forse puntano a un peso specifico del cosiddetto centro, dentro una sinistra tutta da costruire, nel Sud e nel Paese. Se, da un lato il clima dell’attuale giunta regionale è molto perturbato, dall’altro la vicenda giudiziaria di Emiliano attiene a un teatro esterno, con distinte prerogative, regole e tempi. Più urgente è invece la verifica dentro il Pd territoriale, debole rispetto allo schieramento di centrodestra, e con quattro anni di governo regionale ispirato più al trasformismo che alle scelte mirate allo sviluppo. Oggi i fermenti sul voto del prossimo anno già alimentano ambizioni piuttosto personalistiche, o di scontro fra correnti, ben lontano dal complesso confronto su temi, metodi e alleanze sociali da recuperare.
Nessuno può illudersi che il forte successo del sindaco di Bari sia l’inizio di una nuova era, anche perché l’intreccio delle liste civiche ha aiutato molto Antonio Decaro, ma non è riproponibile tal quale sulla scala della regione e del pesante personalismo di Emiliano, divenuto ostacolo a una prospettiva di rinnovamento. Al momento, il lungo digiuno di dibattito politico in seno al Partito democratico di Puglia ha smantellato il senso di dialogo territoriale che i dieci anni di Nichi Vendola avevano inaugurato, con successi di immagine e di avanzamento reale della regione. Ora bisogna ricominciare quasi da zero, in un contesto radicalmente cambiato, che fa crescere un populismo profondamente lontano dai reali bisogni del popolo. A cominciare dal lavoro, ma spingendosi anche nella valorizzazione delle giovani generazioni e nella mancanza di un quadro politico a sostegno delle imprese, della cultura e della ricerca – la campagna per il rettore a Bari è un susseguirsi di numeri individuali – la società civile regionale adesso ha bisogno di una marcata e rapida ricongiunzione fra i ceti produttivi e democratici; si deve iniziare dalla borghesia locale e dal lavoro dipendente, ridotti entrambi a un isolamento che li condanna al ritorno di clientele, di potentati e di alchimie di potere improvvisate. In Puglia va ricucita una società slabbrata, in cui lo scandalo della ferriera tarantina, per esempio, lascia la città sempre sola e vittima dell’alternativa morte/lavoro. Per lo sviluppo ci vuole altro; il tempo non è brevissimo, ma occorre più apertura nei partiti, fino a salutari primarie.