Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il depuratore scarica a mare Gallipoli chiede i danni all’Aqp
Il sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva, chiede ad Aqp il risarcimento dei danni dovuti alla presenza dello scarico a mare del depuratore che, tra l’altro, comporta il divieto di balneazione lungo un chilometro di costa. Il Comune, sottolinea il sindaco nella delibera, vive di turismo balneare, e lo scarico a mare in battigia, «realizzato in violazione di norme e prescrizioni sancite in più autorevoli sedi», rappresenta «un grave danno all’immagine del territorio ed una altrettanto grave limitazione allo sviluppo turistico del litorale nord di Gallipoli». Nel 2002 il servizio di Igiene pubblica della Asl di Maglie rilasciò parere positivo allo scarico in mare con la prescrizione di realizzare una condotta sottomarina. Stessa cosa fece la Provincia di Lecce. Nonostante ciò la condotta è rimasta una chimera. Nel 2011, è stato lo stesso Aqp a rilevare «carenze impiantistiche e problematiche legate a situazioni potenziali di malfunzionamento dell’impianto». Tutto messo nero su bianco nella relazione illustrativa del progetto di adeguamento. E come se non bastasse, i tecnici
hanno sottolineato che l’impianto, «nella sua configurazione attuale, tratta una portata media annuale corrispondente a circa 45000 abitanti equivalenti», mentre «l’analisi dei dati di esercizio 2012 evidenzia un carico organico variabile tra la stagione invernale e l’estate con picchi che nel mese di punta estivo (agosto) raggiungono gli 80.000 abitanti». Possibile che i progettisti si siano fatti sfuggire 35 mila abitanti? E sarà anche per questa svista in fase di progettazione che, in estate, proprio in prossimità dello scarico, l’acqua cristallina diventa color cioccolata?