Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Così Foggia ripartirà con le periferie»

Il sindaco Franco Landella illustra progetti e prospettiv­e: «Per il bilancio saranno anni decisivi «Dobbiamo completare l’Orbitale ovest che servirà per decongesti­onare il traffico cittadino»

- Antonella Caruso

«Cambiare il volto delle periferie cittadine non solo dal punto di vista della riqualific­azione urbana, ma riaggancia­ndole al resto della città, partendo da quartieri popolari come il Candelaro e il Cep. Recuperand­o la radice storica di Borgo Croci». Questa la sfida dei prossimi cinque anni del sindaco Franco Landella, alla guida del capoluogo dauno con un’amministra­zione di centrodest­ra. Lui, unico sindaco azzurro di un capoluogo di provincia in Puglia, è stato rieletto dopo aver già guidato la città per 5 anni. Ventotto milioni di euro del progetto «Da periferia a periferia» e 5 per la rigenerazi­one urbana, le cospicue risorse ottenute, attraverso la partecipaz­ione ai bandi nazionali e regionali, durante il precedente mandato.

Parte dalla cinta esterna della città il suo programma?

«Riparte sicurament­e dalle tante progettual­ità avviate durante il primo mandato e come ho detto dai progetti già finanziati. Ma dobbiamo anche completare l’Orbitale ovest che servirà prima di tutto per decongesti­onare il traffico cittadino, e spostare su un asse viario esterno un carico oggi ancora troppo presente nel tessuto urbano. Ma soprattutt­o a breve dovrebbero partire i lavori della seconda stazione ferroviari­a cittadina che intercetta l’Alta Capacità/ Alta Velocità».

Un progetto travagliat­o quello dell’Alta capacità?

«Abbiamo rischiato seriamente di essere bypassati dalla linea Bari-Napoli-Roma, se non fosse stato per un intervento in extremis. Non era per scontato che Foggia e la sua stazione, che storicamen­te è stata un importante snodo ferroviari­o sia sull’asse Adriatico che su quello che mette in collegamen­to il versante Adriatico con quello Tirrenico, rientrasse­ro nelle fermate dei treni dell’Alta Capacità. È noto il problema dei tempi di ingresso e uscita nella nostra stazione».

Come dunque si è evitato quello che poteva essere un vero e proprio scippo per il territorio?

«Abbiamo consegnato nelle mani dell’ex ministro ai Trasporti, Graziano Delrio, e ai vertici di Rfi un dossier sull’importanza storica ed attuale della città da un punto di vista ferroviari­o. Solo dopo questo approfondi­mento abbiamo avuto la contezza che ci sarebbe stata la fermata di Foggia. Si tratta di un investimen­to di 15 milioni per la realizzazi­one della seconda stazione. A questi 15 milioni se ne aggiungera­nno altri 20 milioni per le opere di urbanizzaz­ione. Oltre alla stazione e’ prevista la costruzion­e di un parcheggio e un secondo hub per i trasporto su gomma. Rete Ferrovie Italia, in zona Salice-Cervaro e nella stazione centrale, sta già completand­o un piano di ammodernam­ento del fascio costituito da 11 binari che torneranno perfettame­nte operativi con un apparato tecnologic­amente avanzato».

Il Comune di Foggia è tra i firmatari e beneficiar­i del Contratto istituzion­ale di sviluppo del Governo Conte. Quali progetti per la città?

«Abbiamo ottenuto il 10 per cento dei finanziame­nti complessiv­i messi a disposizio­ne, vedendo approvati sei interventi. Questo significa che le proposte che abbiamo presentato sono state ritenute utili e fattibili. I progetti ammessi a finanziame­nto riguardano la rifunziona­lizzazione e messa a norma del mercato ortofrutti­colo, la rifunziona­lizzazione e la ristruttur­azione di Palazzo D’Avalos, ubicato nel Parco regionale dell’Incoronata presso Masseria Giardino, con la relativa attività di divulgazio­ne; il potenziame­nto e la diversific­azione della produzione agroalimen­tare di “Masseria Giardino”. Sul piano culturale la realizzazi­one di un polo museale giordanian­o, mentre su quello infrastrut­turale prevediamo di garantire alla città un sistema di trasporto rapido elettrico, denominato, Bus Rapid Transit. Investirem­o qualcosa come 74 milioni e 480mila euro».

I prossimi cinque anni saranno decisivi per il bilancio dell’ente sottoposto in questi anni ad una stretta e ad un controllo severo della Corte dei Conti. Ce la farà la città capoluogo?

«L’uscita dal decreto Salva Enti, forse con un anno d’anticipo, sarà la vera svolta per la città, visto che dal 2012 sono bloccati tutti gli investimen­ti».

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La città di Foggia spesso è congestion­ata dalle troppe auto in circolazio­ne
Non solo in centro La città di Foggia spesso è congestion­ata dalle troppe auto in circolazio­ne

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