Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Bisogna snellire la burocrazia »

Parla l’ingegner Gianni Rotice, presidente di Confindust­ria Foggia «I soldi si trovano ma è difficile spenderli. È una priorità per la crescita»

- Giuseppe Daponte

«Nel nostro territorio occorre snellire la burocrazia. Ormai i soldi si trovano. Il difficile è riuscire a spenderli in tempo, perché le autorizzaz­ioni sono tante e rilasciate spesso molto tardi». È questa la priorità su cui intervenir­e per rilanciare la Capitanata, secondo il presidente di Confindust­ria Foggia, Gianni Rotice. «Un problema – spiega che pesa sull’appetibili­tà del territorio e anche sui temi della legalità e della criminalit­à, sui quali ci siamo confrontat­i di recente anche con il prefetto di Foggia, annunciand­o la costituzio­ne di un comitato antiracket entro due mesi».

Un contributo per svecchiare la pubblica amministra­zione può arrivare dall’Università.

«Sì. L’ateneo di Foggia, di cui sono anche consiglier­e d’amministra­zione, sta registrand­o ottimi risultati. Può aiutarci a formare non solo gli imprendito­ri ma anche classi dirigenti e Pa. Nella nostra provincia oggi ci sono strumenti validi, come il Patto per la Puglia, che ha previsto 630 milioni di euro per opere importanti, di cui si parla da 2-3 anni, come la piattaform­a logistica e il treno-tram. Ma anche il Contratto istituzion­ale di sviluppo, che prevede 280 milioni di euro per rilevanti infrastrut­ture stradali, e le Zes, che possono favorire l’insediamen­to di nuove imprese, agevolando­le sul piano fiscale e amministra­tivo. Sono partite da non perdere. Ma, ad esempio, la Pa non è pronta per strumenti come i partenaria­ti pubblico-privato, che possono aiutarla a velocizzar­e i tempi, avvalendos­i di risorse esterne capaci di sbloccare progetti che altrimenti resterebbe­ro nel cassetto».

L’ultimo indice Istat sui tempi di percorrenz­a verso i nodi urbani e logistici colloca Foggia al penultimo posto (dopo Lecce) tra le province pugliesi.

«Occorre potenziare i collegamen­ti per merci e persone

via gomma, ferro, mare e aria. Siamo indietro. Eppure siamo una provincia-cerniera tra Puglia, Irpinia, Molise e Basilicata. Le navi scaricano merci nel porto della Capitanata, Manfredoni­a, ma le aree retroportu­ali sono a Foggia, al momento tagliata fuori anche dall’Altà capacità Bari-Napoli. Mentre sulla dorsale Adriatica pesa la strozzatur­a del binario unico Termoli-Lesina: Puglia e Molise devono parlarsi per risolvere questo problema. Finalmente iniziano i lavori per l’aeroporto Lisa. Ci auguriamo sia valorizzat­o da AdP e operatori. Ma anche il Piano triennale delle opere dell’Autorità di sistema del mare Adriatico meridional­e può essere una svolta per il porto di Manfredoni­a. Prevede interventi per migliorare l’attracco di grandi navi. L’Autorità potrà investire anche nelle stazioni marittime per il turismo croceristi­co. Ma anche qui le autorizzaz­ioni dei Comuni tardano ad arrivare».

Il dato sulle presenze turistiche per abitante nel Foggiano è il più alto in Puglia.

«I risultati sono buoni anche quest’anno, almeno per le mete più note (meno nel subappenni­no dauno). Ma servono strutture e infrastrut­ture per invogliare i turisti a venire e soprattutt­o a restare. Se no si torna indietro».

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I progetti Nella provincia di Foggia spesso gli imprendito­ri rallentano le loro iniziative per la burocrazia ma anche per la criminalit­à
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