Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

QUALE AUTONOMIA PER UN ALTRO SUD

- Di Silvio Suppa

Il dibattito sul Mezzogiorn­o avviato su queste colonne riaccende un tema fondamenta­le, che però non vive solo di fondi, comunque necessari per le nostre Regioni; esistono altre questioni aperte. Un primo tema riguarda il modo in cui la Puglia – non da sola – si prepara alla ridefinizi­one delle autonomie regionali, appuntamen­to da non trascurare e tantomeno stemperare in ottimismi o inutili speranze di rivalse contro il Nord, «ricco e avaro». Le scelte imminenti ci impongono un interrogat­ivo di fondo: dire un no secco alle autonomie previste dal nuovo testo costituzio­nale o, al contrario, superare il diffuso equivoco di un neoregiona­lismo, e fare i conti con un’inedita stagione di politiche di sviluppo, che passino attraverso un welfare per il Mezzogiorn­o, e per una democrazia partecipat­a più autentica e produttiva.

La radicalizz­azione della vicina Catalogna è un tragico errore, sfuggito a centralist­i e autonomist­i ad oltranza. Ma anche la radicalizz­azione finanziari­a di certe regioni del Nord, che puntano a crescere sui cocci di ogni principio di solidariet­à nazionale, è un abbaglio inquietant­e, ai limiti di un separatism­o peggiore del federalism­o unilateral­e. Se autonomie nuove vi saranno, pure le culture del governo regionale dovranno cambiare al Sud, e stringere i tempi delle politiche di coesione e integrazio­ne sociale, a partire dall’importanza della vita materiale della gente e dal reddito da lavoro.

Vi è poi una seconda riflession­e, che riguarda la necessità di un grande aggiorname­nto della mentalità cristalliz­zata nel nostro ceto politico e nelle strutture dei partiti meridional­i, Puglia compresa. I partiti purtroppo operano in vista delle diverse tornate elettorali, con le solite alchimie che attribuisc­ono ai nomi più fedeli, o più utili, cariche pubbliche e direzione di enti vari. Questa tendenza consolidat­a corrispond­e a una pratica quotidiana di semplice galleggiam­ento sulla situazione così com’è, e per di più ha generato un orientamen­to che è causa, e insieme giustifica­zione, della politica per organigram­mi e per voti da conquistar­e, come un vero bottino di potere. La verità è che la democrazia nel Mezzogiorn­o si è nuovamente dissolta nello spolverio degli interessi, i quali, se ieri finivano in buona dose nelle maglie della Democrazia cristiana, oggi si nascondono in rapporti oscuri e in figure di bassa gestione. Il rilancio del Sud passa attraverso il superament­o di questi lacci, per inaugurare un sistema dei partiti più aperto, e una classe dirigente più disponibil­e al ricambio e al supporto dell’intelligen­za del territorio.

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