Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Per il delitto del netturbino il pm chiede due ergastoli
Bari, per l’accusa commissionò l’omicidio come vendetta dopo essere stata lasciata Il pm ha chiesto l’ergastolo anche per l’esecutore materiale e altre due condanne
La procura di Bari ha chiesto 4 condanne, due all’ergastolo e altre due a 16 anni e a 12 anni e 6 mesi di reclusione per i presunti assassini del 51enne Michele Amedeo, netturbino dell’Amiu, ucciso la sera del 25 aprile 2017.
Due ergastoli e altre due pene di 16 e 12 anni e 6 mesi. Sono le richieste del pm, Marco D’Agostino, nei confronti dei presunti assassini del 51enne Michele Amedeo, netturbino dell’Amiu, ucciso la sera del 25 aprile del 2017 davanti alla sede dell’azienda, nella zona industriale di Bari. Il carcere a vita è stato chiesto per l’ex amante della vittima, Vincenza Mariani, 55 anni, una imprenditrice di Cassano delle Murge e per il genero Giuseppe Baccellieri 33 anni, ritenuto l’esecutore materiale del delitto. Le accuse a loro contestate sono di omicidio volontario premeditato, detenzione e porto di armi e ricettazione. Il pm ha chiesto invece la condanna a 16 anni per il pregiudicato ritenuto vicino al clan Strisciuglio, Massimo Margheriti, 48 anni, ex dipendente dell’azienda di salotti della Mariani: era alla guida dell’auto con a bordo il killer. La pena a 12 anni e 6 mesi è stata chiesta invece per il pregiudicato Michele Costantino, 43 anni, che avrebbe fornito al sicario l’auto rubata e l’arma. Entrambi, diventati collaboratori di giustizia, sono accusati di concorso anomalo nel delitto, di aver avuto cioè la consapevolezza di partecipare ad un agguato senza però la volontà di uccidere ma accettandone il rischio.
Secondo le indagini della polizia, la ex amante dell’uomo non accettò la fine della relazione e la decisione di quest’ultimo di restare con la moglie. Dopo aver tentato invano di riallacciare i rapporti, avrebbe commissionato l’omicidio dietro il pagamento di 5 mila euro. L’imprenditrice «in un macabro rituale di vendetta» attuò la ritorsione «in modo da renderla maggiormente devastante in concomitanza — scrisse il gip Giovanni Abbattista nell’ordinanza di custodia cautelare con un evento molto atteso dalla famiglia dell’Amedeo, vale a dire la laurea in Farmacia della figlia, programmata per il 27 aprile 2017». Inizialmente, distrutta per la morte del padre, la ragazza aveva deciso di non laurearsi più. Poi la determinazione e la pazienza di un poliziotto la convinsero a fare quel passo: si laureò nel giorno stabilito con il massimo dei voti.
Gli investigatori, sin da subito esclusero la pista della criminalità perché passando al setaccio la vita di Michele era emerso «il quadro di un normale lavoratore, padre di famiglia, onesto, che però aveva vissuto momenti di forte tensione con i familiari a causa di una relazione extraconiugale che aveva intrattenuto per anni» con Vincenza Mariani. Le indagini per questo si indirizzarono sulla donna.
Il processo si sta celebrando con il rito abbreviato dinanzi al gup di Bari, Marco Galesi. La prossima udienza è fissata il prossimo 13 dicembre.