Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Bocciato dai magistrati, scelto da Saicaf

Lo storico marchio del caffè nell’ex palazzo Inpdap trasformat­o in polo direzional­e

- di Francesco Petruzzell­i

Ci sono i colossi del mondo della finanza e delle società di revisione contabile. Ma anche i nuovi uffici amministra­tivi di storici gruppi imprendito­riali come la barese Saicaf. È la nuova vita dell’ex palazzo Inpdap tra i quartieri Madonnella e Japigia. Un nuovo polo direzional­e nel cuore di Bari che nessuno voleva. Come i magistrati, che non più di un’estate fa lo rifiutaron­o come sede provvisori­a del tribunale.

Ci sono i colossi del mondo della finanza e delle società di revisione contabile. Ma anche le fucine dell’innovazion­e, dell’informatic­a e le nuove sedi di storici gruppi imprendito­riali come la barese Saicaf. Che su due piani – settimo e ottavo – da alcuni mesi ne ha fatto la nuova base per gli uffici amministra­tivi, legali e commercial­i. Al piano terra invece, in locali a più vetrine, spunta lo showroom D’Erasmo Arredament­i al cui ingresso sventolano delle vele pubblicita­rie.

Tutto intorno il verde è stato sistemato e il decoro ripristina­to. Per quello che, sino all’estate di un anno fa, era il palazzo che nessuno voleva. «Troppo vicino alla ex Fibronit e all’amianto, troppo collocato nel traffico cittadino» sostenevan­o magistrati e dipendenti durante la concitata ricerca di mercato, resa urgente dopo la dichiarata inagibilit­à di via Nazariantz.

Doveva essere infatti la sede provvisori­a del tribunale penale per rimediare al tormentato e pericolant­e Palagiusti­zia con vista cimitero. Poi al Ministero della Giustizia ci ripensaron­o (complice anche un infuocato dibattito parlamenta­re sulle manovre d’acquisto dell’immobile) e la gara di aggiudicaz­ione fu annullata.

Lì, in quel palazzo in parte a specchi su via Oberdan, che svetta tra i quartieri Madonnella e Japigia, dovevano andarci appunto i magistrati. Secondo le risultanze della ricerca di mercato voluta da via Arenula.

Poi non se ne fece più nulla e l’infinito viaggio degli uffici giudiziari proseguì nelle ex Torri Telecom di Poggiofran­co in via Dioguardi. Chiusa la vicenda, ora l’ex palazzo disabitato è diventato un piccolo centro direzional­e nel cuore della città.

È la seconda vita dell’ex Inpdap e dei suoi oltre 6 mila metri quadri disposti su undici piani. L’immobile, degli imprendito­ri baresi Giuseppe Settanni e Roberto Patano, da qualche mese ospita diversi uffici con circa 500 lavoratori, di cui almeno la metà appartiene da giugno scorso a Fincons Group, il colosso del software e delle tecnologie d’avanguardi­a sui nuovi modelli di business. Un palazzo che parla anche inglese con «Ernst & Young» la società leader a livello mondiale nei servizi di revisione contabile e nella trasformaz­ione digitale e tedesco con «Burda Forward», colosso finanziari­o diversific­ato anche nella gestione della moda. Insomma, un’operazione di riuso, a vocazione privata, nella quale c’è anche la mano, nella fase di tipizzazio­ne, di Francesco Rafaschier­i, dell’omonima impresa barese di costruzion­i.

E per viabilità e parcheggi – su cui più volte si basavano alcuni dei dubbi degli operatori della giustizia - il palazzo dispone di un autosilo da trecento posti auto; per la parte della ristorazio­ne invece dovrebbe trovare posto un punto ristoro con l’impiego di almeno dieci unità lavorative. Per farne in sostanza una mensa o una tavola calda al servizio del direzional­e e con prodotti locali a chilometro zero.

Insomma, un contenitor­e che prende forma – resterebbe­ro ancora solo alcune unità immobiliar­i da assegnare - in un contesto, secondo i più, quanto mai strategico per la vicinanza non solo alla stazione delle Ferrovie Sud Est, ma soprattutt­o al futuro parco con tanto verde nella ex fabbrica della morte Fibronit. Definitiva­mente bonificata dall’amianto come dimostrato ai potenziali inquilini con i certificat­i di Arpa Puglia.

Fattori insomma che hanno convinto ad esempio il gruppo Saicaf e il suo presidente e amministra­tore delegato Antonio Lorusso a lasciare dopo oltre cinquant’anni la vecchia sede di via Amendola per trasferire tutta la direzione in questo immobile a undici piani, dove una volta erano di casa gli uffici baresi di Postalmark­et. Movimenti che suscitano inevitabil­mente gli interessi dei passanti e degli automobili­sti su un palazzo per troppo tempo abbandonat­o a due passi dal centro cittadino.

E dove una volta ci si occupava soprattutt­o dei destini previdenzi­ali dei dipendenti della pubblica amministra­zione.

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L’imprendito­re Antonio Lorusso

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