Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Bocciato dai magistrati, scelto da Saicaf
Lo storico marchio del caffè nell’ex palazzo Inpdap trasformato in polo direzionale
Ci sono i colossi del mondo della finanza e delle società di revisione contabile. Ma anche i nuovi uffici amministrativi di storici gruppi imprenditoriali come la barese Saicaf. È la nuova vita dell’ex palazzo Inpdap tra i quartieri Madonnella e Japigia. Un nuovo polo direzionale nel cuore di Bari che nessuno voleva. Come i magistrati, che non più di un’estate fa lo rifiutarono come sede provvisoria del tribunale.
Ci sono i colossi del mondo della finanza e delle società di revisione contabile. Ma anche le fucine dell’innovazione, dell’informatica e le nuove sedi di storici gruppi imprenditoriali come la barese Saicaf. Che su due piani – settimo e ottavo – da alcuni mesi ne ha fatto la nuova base per gli uffici amministrativi, legali e commerciali. Al piano terra invece, in locali a più vetrine, spunta lo showroom D’Erasmo Arredamenti al cui ingresso sventolano delle vele pubblicitarie.
Tutto intorno il verde è stato sistemato e il decoro ripristinato. Per quello che, sino all’estate di un anno fa, era il palazzo che nessuno voleva. «Troppo vicino alla ex Fibronit e all’amianto, troppo collocato nel traffico cittadino» sostenevano magistrati e dipendenti durante la concitata ricerca di mercato, resa urgente dopo la dichiarata inagibilità di via Nazariantz.
Doveva essere infatti la sede provvisoria del tribunale penale per rimediare al tormentato e pericolante Palagiustizia con vista cimitero. Poi al Ministero della Giustizia ci ripensarono (complice anche un infuocato dibattito parlamentare sulle manovre d’acquisto dell’immobile) e la gara di aggiudicazione fu annullata.
Lì, in quel palazzo in parte a specchi su via Oberdan, che svetta tra i quartieri Madonnella e Japigia, dovevano andarci appunto i magistrati. Secondo le risultanze della ricerca di mercato voluta da via Arenula.
Poi non se ne fece più nulla e l’infinito viaggio degli uffici giudiziari proseguì nelle ex Torri Telecom di Poggiofranco in via Dioguardi. Chiusa la vicenda, ora l’ex palazzo disabitato è diventato un piccolo centro direzionale nel cuore della città.
È la seconda vita dell’ex Inpdap e dei suoi oltre 6 mila metri quadri disposti su undici piani. L’immobile, degli imprenditori baresi Giuseppe Settanni e Roberto Patano, da qualche mese ospita diversi uffici con circa 500 lavoratori, di cui almeno la metà appartiene da giugno scorso a Fincons Group, il colosso del software e delle tecnologie d’avanguardia sui nuovi modelli di business. Un palazzo che parla anche inglese con «Ernst & Young» la società leader a livello mondiale nei servizi di revisione contabile e nella trasformazione digitale e tedesco con «Burda Forward», colosso finanziario diversificato anche nella gestione della moda. Insomma, un’operazione di riuso, a vocazione privata, nella quale c’è anche la mano, nella fase di tipizzazione, di Francesco Rafaschieri, dell’omonima impresa barese di costruzioni.
E per viabilità e parcheggi – su cui più volte si basavano alcuni dei dubbi degli operatori della giustizia - il palazzo dispone di un autosilo da trecento posti auto; per la parte della ristorazione invece dovrebbe trovare posto un punto ristoro con l’impiego di almeno dieci unità lavorative. Per farne in sostanza una mensa o una tavola calda al servizio del direzionale e con prodotti locali a chilometro zero.
Insomma, un contenitore che prende forma – resterebbero ancora solo alcune unità immobiliari da assegnare - in un contesto, secondo i più, quanto mai strategico per la vicinanza non solo alla stazione delle Ferrovie Sud Est, ma soprattutto al futuro parco con tanto verde nella ex fabbrica della morte Fibronit. Definitivamente bonificata dall’amianto come dimostrato ai potenziali inquilini con i certificati di Arpa Puglia.
Fattori insomma che hanno convinto ad esempio il gruppo Saicaf e il suo presidente e amministratore delegato Antonio Lorusso a lasciare dopo oltre cinquant’anni la vecchia sede di via Amendola per trasferire tutta la direzione in questo immobile a undici piani, dove una volta erano di casa gli uffici baresi di Postalmarket. Movimenti che suscitano inevitabilmente gli interessi dei passanti e degli automobilisti su un palazzo per troppo tempo abbandonato a due passi dal centro cittadino.
E dove una volta ci si occupava soprattutto dei destini previdenziali dei dipendenti della pubblica amministrazione.