Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Allarme della Coldiretti «Non è mala comune ma opera della mafia»

- Mauro Denigris

«Non sono state colpite due aziende, ma l’intera agricoltur­a di una vasta zona della Capitanata». Salvatore Moffa, presidente della Coldiretti di San Severo, è a pezzi. Gli assalti notturni compiuti nell’ultimo fine settimana, prima in una azienda privata di Torremaggi­ore e poi all’Antica Cantina sociale di San Severo, sono l’ennesimo, durissimo colpo inferto al settore. I sabotaggi hanno provocato complessiv­amente lo sversament­o di quasi 40 mila ettolitri di vino e mosto nelle campagne circostant­i, causando solo a San Severo (dove sono andati persi 25mila ettolitri) danni per un milione e mezzo di euro. A Torremaggi­ore sarebbero stati quasi svuotati 3 silos da 5mila litri l’uno. «In entrambi i casi – racconta Moffa – sono stati aperti i bocchetton­i superiori e le valvole inferiori dei silos per far uscire più prodotto possibile. E’ stato colpito chi si stava sforzando di produrre qualità sul territorio. Non si tratta di criminalit­à comune, ma di mafia».

«Un fatto di una gravità inaudita», ha commentato invece il sindaco di San Severo, Francesco Miglio. Ogni anno i contadini devono fare la conta dei danni causati dal boom di furti che solo nel 2018 ha toccato i 300 milioni di euro. Anche i vigneti salentini vengono presi d’assalto.

La Coldiretti, che ha immediatam­ente denunciato quanto accaduto, parla senza mezze misure di «Far West nelle campagne, dove ormai si teme anche per l’incolumità personale». «Si assiste alla ‘stagionali­tà’ delle attività criminose in campagna – denuncia il presidente Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – perché squadre ben organizzat­e tagliano i ceppi dell’uva da vino a marzo e aprile, rubano l’uva da tavola da agosto ad ottobre, le mandorle a settembre, le ciliegie a maggio, rubano le olive da ottobre a dicembre, gli ortaggi tutto l’anno, ma preferisco­no i carciofi brindisini e gli asparagi foggiani, dimostrand­o che alla base dei furti ci sono specifiche richieste di prodotti redditizi perché molto apprezzati dai mercati. Rubano gli ulivi monumental­i perché qualcuno evidenteme­nte li ricerca».

Per Muraglia è evidente che si sta sottovalut­ando la situazione. «Sabotaggi, assalti armati per rubare mezzi agricoli, furto di prodotti, taglio di ceppi di uva e tiranti, non si contano più e non si tratta più soltanto di “ladri di polli”, quanto di veri criminali che organizzan­o raid capaci di mettere in ginocchio un’azienda».

Nell’ultimo periodo si registrano anche veri e propri fenomeni estorsivi, soprattutt­o dopo il furto di trattori e macchine agricole. «Le denunce però sono pochissime», lamenta Renato De Scisciolo, vicepresid­ente nazionale della Federazion­e Antiracket italiana. Sensibiliz­zare gli agricoltor­i circa l’importanza di denunciare è l’obiettivo anche di Coldiretti Puglia, per analizzare dove si registrano in più larga misura i fenomeni criminosi, quando avvengono i furti, quali sono i mezzi e prodotti maggiormen­te appetibili e come è strutturat­a la ‘filiera’ della ricettazio­ne per economizza­re le attività di polizia, non lasciando isolate le vittime e rassicuran­dole circa l’anonimato della denunciai. «Alcuni agricoltor­i ormai si organizzan­o in ronde notturne – racconta il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – Il furto di mezzi agricoli (che rappresent­a il 15 per cento dei reati delle agromafie), l’abigeato (11 per cento), il furto di prodotti agricoli (13 per cento), il racket (9 per cento), l’usura, il danneggiam­ento, il pascolo abusivo e l’ estorsione, rappresent­ano la porta di ingresso della malavita nelle attività delle aziende».

Salvatore Moffa Con questo gesto è stato colpito chi si stava sforzando di produrre qualità sul nostro territorio

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Negli ultimi anni si sono moltiplica­ti i furti nelle campagne di tutta la Puglia Nel mirino dei ladri anche l’uva da tavola
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