Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Non consegnava i pacchi e le lettere, li nascondeva nella sua abitazione Postina infedele in manette a Tricase
Nella sua casa scoperto sei sacchi con centinaia di documenti e roba trafugata L’impiegata è stata subito sospesa
Chissà quante volte nel Sud Salento gli abitanti si sono chiesti: «Ma perché lettere e pacchi non arrivano?». Ora potrebbe esserci la risposta: nel centro di smistamento delle Poste che si trova nella zona industriale di Tricase c’era una dipendente che, giorno dopo giorno, portava via sacchi piene di corrispondenza e pacchi. I carabinieri l’hanno scoperta e arrestata con l’accusa di peculato mentre la direzione delle Poste ha già avviato la procedura di sospensione immediata.
Protagonista della storia è una donna di 54 anni, Maria Antonietta Mammolo, originaria di Ruffano. L’inchiesta sulla dipendente infedele era scattata il 30 settembre scorso quando nella sua abitazione di Tricase (utilizzata fino allo sfratto) i carabinieri trovarono sei sacchi pieni di centinaia di lettere e pacchi mai consegnati ai destinatari, aperti e privi del contenuto. Tra i tanti pacchi trovati nell’abitazione dell’impiegata «infedele» anche spedizioni di Amazon e di altri siti, destinati anche ad esercizi commerciali.
I militari, dopo aver segnalato il caso ai magistrati della Procura della Repubblica di Lecce, hanno avvertito i responsabili del centro di smistamento di Tricase i quali hanno subito offerto la massima collaborazione.
I carabinieri così hanno cominciato a pedinare la donna che l’altro giorno è stata bloccata, dopo la conclusione del suo turno lavorativo, alla guida di una Fiat Multipla che peraltro era anche priva di assicurazione. Sull’auto gli inquirenti salentini hanno trovato alcune buste di corrispondenza aperte e mai recapitate ai legittimi destinatari. Maria Antonietta Mammolo ha cercato di nascondere le buste ma non ha potuto fare nulla.
I carabinieri, dunque, si sono recati nella sua abitazione di Tricase dove hanno scoperto anche che era stata trasformata dal figlio della donna in una vera e propria centrale per lo spaccio di sostanze stupefacenti. La donna ha cercato di avvertire il figlio («Simone, ci sono i carabinieri») ma ogni tentativo è stato inutile. Il giovane è stato arrestato. Si tratta di Simone Mammolo, 24 anni, di Tricase. In carcere è finito anche un amico che era con lui, Mattia Così, 23 anni, originario di Gagliano del Capo.
Nell’abitazione, quindi, i carabinieri hanno sequestrato due bilancini di precisione, due paia di forbici nonché 8 sacchetti contenenti complessivamente 212 grammi di marijuana, un sacchetto contenente 17,65 grammi di cocaina, un grinder e 1000 bustine utili per il confezionamento dello stupefacente. Sequestrati anche gli smartphone dei tre arrestati e la Fiat Multipla in uso alla Mammolo, sanzionata perché alla guida di un veicolo sprovvisto di copertura assicurativa.
L’ispezione, inoltre, ha consentito di rinvenire due cover di protezione per cellulari, ancora incartate, verosimilmente asportate dai pacchi postali rinvenuti aperti, con centinaia di altre lettere e pacchi all’interno di un altro sacco nero.
A disporre il fermo della donna (che è accusata anche di detenzione e spacco di droga) è stata il sostituto procuratore della Repubblica di Lecce, Stefania Mininni.