Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La promozione dell’Ue «Il 2019 nei Sassi esempio per le future capitali»
La Commissione europea della Cultura «studia» il sistema-Matera: pronto anche un documentario
Paradigma positivo fra riscatto e rinascita, qualità dell’offerta a cominciare dalle grandi mostre e coinvolgimento dei giovani. È con queste parole-chiave che i componenti della commissione cultura del Parlamento europeo hanno concluso ieri la visita a Matera, promuovendone l’anno da capitale europea della cultura e trasformandolo in esempio per il resto d’Europa. In 48 ore hanno visitato mostre, strutture e incontrato alcuni dei 27 responsabili dei progetti co prodotti dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019. Le polemiche del 2019 e il difficile rapporto con una parte della città, ieri mattina, sembravano appartenere a una storia diversa, a un momento storico che i tecnici e parlamentari arrivati in città non hanno mai conosciuto, ma che i componenti della Fondazione hanno affrontato molte volte, come se quel volto di Matera non piacesse a tutti, stridesse con l’immagine che alcuni cittadini avevano della propria città che vedevano stravolta dai riflettori della celebrità.
È Sabine Verheyen, Presidente della Commissione cultura e istruzione, a dare il primo imprimatur all’esperienza di Matera che «può essere considerata come modello per le future capitali per tutto quello che è stato messo in gioco». La tappa materana, giunta dopo quella di Plovdiv, l’altra capitale europea, ha portato allo scoperto uno sguardo diverso, che non passa attraverso il confine fra nord e sud, ma fra Europa e comunità locali, in particolare quelle lucane, a cui il 2019 ha dato voce. E sul tema che tiene banco in queste settimane e che riguarda il post 2019, è stato lo spagnolo Domènec Ruiz Devesa a fornire spunti interessanti: «È importante proiettare nel futuro ciò che ha significato Matera 2019. Questa città ha rappresentato al tempo stesso la capitale europea della cultura e la capitale della cultura europea - ha aggiunto - che sono cose molto diverse fra loro. Lo ha dimostrato ad esempio la mostri stra sul Mediterraneo, un’esposizione spettacolare. Guardando al futuro di questa esperienza sarebbe molto bello portare alcuni degli aspetti che hanno caratterizzato questo anno a Bruxelles. Penso ad esempio a qualcuno dei documentari sul 2019 o una delle mostre che spiegano molto chiaramente il valore di Matera come capitale europea della cultura». Un assist impeccabile per il presidente della Fondazione, Salvatore Adduce che rasserena tutti: «Ai noE volontari abbiamo detto: non vi preoccupate del 2020, vi daremo ancora da fare, perché quello di Matera 2019 - ha aggiunto - è stato il più grande progetto politico degli ultimi 40 anni. La politica è parte del nostro impegno culturale e afferma l’orgoglio di essere europei in un momento molto difficile perché oggi serve un’idea di Europa che corregga gli errori di questi anni, che hanno danneggiato ciò che abbiamo costruito dopo la Seconda guerra mondiale». sul percorso svolto negli anni, preparando la candidatura di Matera Adduce ricorda: «I primi due anni li abbiamo dedicati a studiare il significato di questo ruolo esaminando i casi di successo e fallimento, cominciando prima ancora che uscisse il bando». E nel frattempo la corsa per i prossimi anni è già cominciata come ha spiegato il greco Alexis Georgoulis impegnato per il 2021 quando la città di Eleusina avrà il compito di rappresentare la cultura europea: «Il rapporto fra vecchi e nuovi cittadini mi ha colpito molto. È davvero incredibile il modo in cui il progetto di Matera si è sviluppato e l’opportunità offerta di fare qualcosa per il futuro».
Le parole di Adduce
Il presidente della Fondazione pensa al futuro: «Ai volontari ho detto che avremmo da fare anche per tutto il 2020. Questo è stato anche un grandissimo progetto politico di ricostruzione»