Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La società vincitrice del bando ha inviato una lettera al Comune L’obiettivo è riaprire La Martella e Tito. Ma c’è il no dei sindaci
del contratto per inadempienza contrattuale, ma c’è da attendere. Un tira e molla politico e burocratico con il rischio di una inchiesta che potrebbe abbattersi sugli amministratori se dovessero cambiare le carte in tavola a partita iniziata. Turbativa d’asta, danno erariale e il ricorso «feroce» della ditta esclusa dalla gara. Ma perché? Cosa c’è dietro? Innanzitutto bisogna partire da una lettera recapitata ieri mattina all’ufficio del sindaco di Matera, Raffaello De Ruggeri. Arrivava dalla Cns, la ditta di Bologna che ha vinto la gara. A meno di 24 ore dal termine ultimo per l’avvio della rivoluzionaria raccolta porta a porta, che sarebbe dovuta partire il 1 novembre, venivano elencate le problematiche e l’azienda ha bisogno di tempo per organizzare il lavoro. Il punto cruciale riguarda i siti per il trattamento di rifiuti: ovvero il luogo dove dovranno andare a smaltire le tonnellate di scarti prodotto non solo dai 60mila materani, ma anche dai cittadini dei comuni Bernalda, Ferrandina, Irsina e Tricarico. La Cns ha riferito nella missiva che avrebbero smaltito negli spazi della ditta La Carpia di Ferrandina, nella sede della Decom di Matera e nelle discariche di Tito e La
Martella, senza allegare le autorizzazioni, che non arriveranno mai perché i sindaci hanno già fatto sapere che non intendono riaprire i siti. Anche perché non era previsto nel contratto e nel bando. C’è chi pensa che la lettera di Cns, inviata all’ultimo minuto, avrebbe generato panico negli amministratori che da un giorno all’altro avrebbero trovato la loro città invasa di spazzatura, ma invece, almeno per 15 giorni è stata trovata la soluzione. Tutti hanno firmato un’ordinanza indifferibile e urgente con la quale si autorizzano le aziende che fino ad oggi raccoglievano i rifiuti a farlo ancora per due settimane. Contemporanea
Verso la crisi Firmata un’ordinanza che proroga per altri quindici giorni la rimozione dei rifiuti
Analizzando nello specifico i parametri presi in esame emerge la notevole differenza tra i due capoluoghi per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. Infatti Potenza si colloca al 47° posto in Italia per la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti (circa mente hanno fatto sapere alla Cns che ha tempo fino al 16 novembre per sciogliere la riserva e per formalizzare i contratti di assunzione dei dipendenti che serviranno i cinque comuni. Come andrà a finire? Questo al momento non lo si comprendere. La terza ditta in classifica, un’azienda di Pavia, è già pronta a subentrare, il prefetto Demetrio Martino, guarda alla situazione con non poca preoccupazione. Il rischio concreto è quello di vedere le strade della città invase da rifiuti e peggio ancora, la riapertura di discariche che dovevano essere dimenticate e bonificate.