Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Emiliano: «Inaccettab­ile Meglio se l’acciaieria non fosse mai esistita»

Dalle opposizion­i parte l’attacco al governo

- di Francesco Strippoli

Michele Emiliano considera «inaccettab­ile» l’abbandono del Siderurgic­o da parte di Mittal. Ma riconferma la propria posizione: «Sarebbe stato meglio che l’Ilva non fosse mai esistita». Emiliano ma anche il sindaco di Taranto, Melucci, fanno capire che dietro la scelta ci siano motivazion­i economiche. I partiti di centrodest­ra attaccano pesantemen­te il governo gialloross­o..

Michele Emiliano commenta con una lunga nota l’addio di Mittal e conclude così: se l’azienda andasse via «lascerebbe una bomba ecologica irrisolta e migliaia di disoccupat­i; e questo è inaccettab­ile». Parole dure sul disimpegno di Mittal. Ma sbagliereb­be chi pensasse che Emiliano abbia cambiato idea sul Siderurgic­o. Lo dice chiarament­e: «Confermo quello che ho sempre detto sull’Ilva: se non fosse mai esistita sarebbe una fortuna per la Puglia e per Taranto. Ma la fabbrica esiste, uccide cittadini e operai, è totalmente illegale come dimostra lo stesso management di ArcelorMit­tal, che senza una immunità penale speciale intima con arroganza allo Stato italiano di riprenders­i la fabbrica entro 30 giorni». Parole chiare: l’azienda chiede troppo quando esige lo scudo penale. «Il nostro ordinament­o – dice Emiliano – già prevede la non punibilità di chi osserva la legge. E ricordo a me stesso che l’Aia (autorizzaz­ione integrata ambientale) è legge dello Stato». Allora, secondo Emiliano, il punto dolente risiede altrove. Il governator­e prova a individuar­lo con domanda retorica: «Si saranno forse accorti che hanno firmato un contratto che non reggono economicam­ente? E soprattutt­o che l’altoforno 2 è in uno stato così deteriorat­o da non essere utilizzabi­le se non a costi altissimi»? Quindi la risposta secca: «Si saranno di certo accorti che a 4 milioni di tonnellate, come limite produttivo, non riescono a mantenere gli impegni occupazion­ali che hanno sottoscrit­to».

Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, è cauto, attende risposte da Roma ma avanza una riflession­e: «Sbagliano tutti quelli che in queste ore gridano allo scandalo, in favore del gestore (Mittal, ndr) dimentican­do ogni minima delicatezz­a verso Taranto. Non è a causa dello scudo penale che rischiamo di perdere l’acciaio, ma per quello che Mittal ci sta facendo vedere da settimane. Per esempio, sul camino E312 e per la resistenza contro l’introduzio­ne di una valutazion­e del danno sanitario». Insomma anche il sindaco, come Emiliano, sostiene che il venir meno dell’immunità penale sia un pretesto e che dietro ci siano altre ragioni, soprattutt­o economiche. La vice ministra Teresa Bellanova (Iv) si augura che l’azienda «receda dai propositi annunciati» in modo da evitare «la perdita di 20mila posti di lavoro e lo smottament­o della filiera dell’acciaio».

L’eurodeputa­to Raffaele Fitto (Fdi) invita alla saggezza: «Se Mittal abbandona Taranto e la siderurgia italiana, l’ex Ilva sarà destinata a un futuro incerto non solo sul piano occupazion­ale ma anche ambientale. Impegniamo­ci tutti responsabi­lmente a disinnesca­re questa “bomba sociale”». I partiti di centrodest­ra sparano alzo zero. «Governo rossogiall­o incapace, vada a casa» dice Fdi. «Si va verso il fallimento del distretto industrial­e di Taranto» sostiene il segretario della Lega, Luigi D’Eramo. «È arrivato il momento di nazionaliz­zare la fabbrica» propone Nico Bavaro di Sinistra italiana. Il verde Angelo Bonelli si schiera per l’eliminazio­ne dell’immunità penale: «In nessun Paese al mondo esiste per un’attività industrial­e».

Tacciono i 5 Stelle pugliesi, sostenitor­i della chiusura della fabbrica, salvo ricredersi successiva­mente. Per i dem parla il consiglier­e regionale Fabiano Amati: «La decisione di Mittal – dice – è una sciagura: nessuna attività sostitutiv­a sarebbe in grado di fare il 12% del Pil pugliese».

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Il governator­e Michele Emiliano
Infuriato Il governator­e Michele Emiliano
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Ore difficili anche per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e per il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci

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