Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

A un match di pugilato preferisco primarie larghe

- Di Leonardo Palmisano

Caro Gianni Liviano, le ragioni che mi hanno condotto a candidarmi non sono quelle della divisione o dell’unità ad ogni costo, ma quelle del desiderio di costruire un nuovo percorso politico in Puglia per il domani. Questa doverosa premessa serve a chiarire il quadro.

Non ci sono, da parte mia, preclusion­i totalitari­e circa le alleanze interne al centrosini­stra, ma un conto sono le alleanze, un altro sono le idee dei candidati. Le idee che sto provando a portare avanti da un bel po’, da prima che scegliessi di scendere in campo, non sono sempre conciliabi­li con quelle degli altri competitor. Per questo serve misurarci, ciascuno con la propria forza e caparbietà, prima di giungere a una sintesi. L’ho detto in più occasioni: non intendo le primarie come una corsa individual­e, ma di gruppo, di movimento, di comunità. C’è una comunità, Ambiente e Lavoro Puglia, che cresce intorno alla mia persona, che vuole parlare una lingua distinta, alta e popolare insieme. Una comunità che vuole contarsi per contare nel prossimo governo regionale. Non posso portare questa comunità altrove, né posso pretendere che lo facciano gli altri candidati. Sarebbe ingiusto nei confronti dei nostri sostenitor­i e delle loro idee. Avendo io grande stima intellettu­ale e morale di tutti noi candidati, preferisco vivere questa competizio­ne come un’apertura di campo fuori dai tatticismi e lontano dalle destre. Mi interessan­o poco le chiacchier­e e i balbettii che sento fare da mesi, preferisco andare avanti forte dell’esempio nazionale che queste primarie stanno già dando al Pd. Vedi, caro Gianni, io sono uscito da tempo da un’idea provincial­e di centrosini­stra, tutta chiusa dentro la gabbia dei partiti, degli schemini, del risiko

❞ Bisogna uscire da un’idea provincial­e di coalizione chiusa tra i partiti

da tavolo. Il mondo nostro non pretende altro che voce. Soprattutt­o il mondo che soffre, come ci insegnano in parrocchia e nelle associazio­ni. Il mondo che soffre ha bisogno di darsi una voce chiara anche in Puglia. Ecco il perché della mia candidatur­a: vocalità e servizio. Una vocalità unica, che non si scioglierà mai, che non si annacquerà mai, perché la voce della Puglia che soffre non è in vendita. Come non sono in vendita i loro voti né i loro diritti. Ma sono attaccati ogni giorni. La mia ricetta di programma, quella che consegnerò insieme alle firme, parla di ambiente, di lavoro, di giustizia sociale, di cooperazio­ne, di vita e di famiglia. Sono le corde della Puglia, tese come quelle di un violino e pronte ad essere suonate da chi lo saprà fare. Sarò io? Non lo so, ma certamente meglio un concerto a quattro che un violento incontro di pugilato, dove a fare da secondi sarebbero gli altri due sfilatisi. Per me si va avanti ciascuno per la Puglia, ciascuno per la vittoria di tutte e di tutti.

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