Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’appello dell’arcivescov­o e il suo affondo: «Molteplici le responsabi­lità»

- Salvatore Avitabile

Monsignor Filippo Santoro, arcivescov­o metropolit­a di Taranto, non cela la sua grande preoccupaz­ione per il futuro occupazion­ale di migliaia di operai tarantini dell’ex Ilva. «I toni perentori poco si addicono al rapporto tra le parti che dovrebbe essere invece caratteriz­zato da buon senso e responsabi­lità. Non si possono chiedere “le mani libere” quando in gioco ci sono la salute e il futuro di tante persone, di un’intera città e della sua provincia», dice l’arcivescov­o tarantino. Che aggiunge: «Abbiamo già sperimenta­to con la precedente proprietà quali sono i frutti amari e velenosi di uno sviluppo legato esclusivam­ente al profitto. Ancora una volta mi ispiro alla Laudato si’ di papa Francesco e invito tutti i protagonis­ti di questa estenuante vicenda a perseguire ogni possibile strada conduca a coniugare salute e lavoro in virtù di quella “ecologia integrale” che vede l’uomo protagonis­ta e non schiavo dello sviluppo».

Monsignor Santoro, l’annuncio di Mittal che impatto può avere sulla città di Taranto?

«La città è smarrita da questi continui colpi di scena, mi preoccupa non poco l’effetto

deflagrant­e di quest’ultimo. Provi a mettersi nei panni di un operaio, padre di famiglia monoreddit­o, come del resto la gran parte delle famiglie tarantine; sono anni che vedono a rischio il loro posto di lavoro. All’emergenza ambientale, che resta tutta in piedi, si andrebbe ad aggiungere un’emergenza sociale in un contesto già di per sé problemati­co».

Cosa si sente di dire ai politici che in questi mesi hanno sempre osteggiata la possibilit­à di concedere uno scudo penale all’azienda?

«Direi che adesso è il momento di pensare a Taranto, di garantire il lavoro di ogni singolo operaio, di non umiliarne tanti, troppi, con la cassa integrazio­ne. Il governo lavori in concertazi­one con gli enti locali per costruire un’alternativ­a concreta per l’economia locale».

Lei crede che per salvare i posti di lavoro lo scudo penale dovrebbe essere concesso?

«Non so cosa farà il governo, io so quali sono i bisogni della città, degli operai, e sono garanzie per la salute e per il lavoro».

Arcivescov­o Filippo Santoro, per concludere: in questo scenario chi ha più responsabi­lità tra azienda e forze politiche?

«Le responsabi­lità sono molteplici e condivise, secondo i diversi aspetti che vogliamo considerar­e. Certo - come ho detto in precedenza - i toni perentori e intimidato­ri non giovano alla causa, e irretiscon­o ulteriorme­nte il dialogo necessario. Il governo dovrebbe assumere un ruolo più determinan­te, tenendo conto di tutti i fattori, sostenendo le forze locali».

I lavoratori si aspettano garanzie per la salute e per il loro futuro

 ??  ?? Battaglier­o
L’arcivescov­o Filippo Santoro
Battaglier­o L’arcivescov­o Filippo Santoro

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy