Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Matera approda in Svizzera con gli scatti di Notarangelo
La mostra con le immagini del fotografo leccese dal film «Il Vangelo secondo Matteo» di Pasolini
Le emozioni, le sensazioni, quelle vere e profonde che solo una fotografia in bianco e nero possano lasciare nel volto di chi osserva. È qui il senso supremo della grande mostra evento che porterà Matera in Svizzera e precisamente a Basilea. Il Com.It.Es di Basilea, in collaborazione con l’associazione Pasolini a Matera, presenta una mostra evento su due figure di rilievo della tradizione culturale italiana: l’intellettuale Pier Paolo Pasolini e l’antropologo e fotografo Domenico Notarangelo, che è insieme omaggio a Matera, capitale europea della cultura 2019. La mostra «Lo sguardo di Pasolini attraverso gli occhi di Notarangelo» si pone come percorso espositivo in cui sarà possibile percepire, in scansione sequenziale, il lavoro fotografico e di reportage realizzato da Domenico Notarangelo e oggi conservato dall’archivio
Notarangelo - sul set del film «Il Vangelo secondo Matteo», girato a Matera da Pasolini.
La mostra sarà ospitata a Basilea dal 16 novembre al 1 dicembre 2019, negli spazi dove ha sede il Com.It.Es, in Nauenstrasse 71, 4054 Basilea. Sabato 30 novembre, alle ore 19.30, presso la sala teatro della Parrocchia di San Pio X, in Rümelinbachweg 14, sarà presentata la proiezione del film «Il Vangelo secondo Matteo» per cui Pasolini scelse Matera come scenario in cui ricreare i luoghi del suo Vangelo, in particolare la Palestina. La mostra sarà liberamente fruibile dal 16 novembre al 1 dicembre 2019, presso gli spazi in cui ha sede il Com.It.Es di Basilea, in Nauenstrasse 71, Basilea, nei seguenti giorni e orari: dal lunedì al giovedì dalle ore 10 alle ore 13, martedì e giovedì fino alle ore 18.
Le foto si devono allo sguardo del fotogiornalista Domenico Notarangelo, originario di Lecce (1930), che poi raccolse e pubblicò il suo meraviglioso album di immagini nel catalogo Il Vangelo secondo Matera. All’epoca delle riprese Notarangelo era un giovane dirigente della sezione locale del Pci, incaricato di organizzare una cintura di protezione intorno a Pasolini e impedire quelle aggressioni violente di cui spesso il regista era fatto oggetto altrove.
Entrato ben presto con lui in una profonda amicizia, al di là degli impegni strettamente professionali, Notarangelo fu coinvolto anche nella ricerca di comparse locali e perfino in un piccolo ruolo, quello di un centurione, che gli consentì perciò di aggirarsi indisturbato sul set. Fu grazie a questa possibilità, e a un piccola macchina fotografica prudentemente occultata sotto il costume di scena, che poté quindi fissare alcuni momenti della genesi di quel capolavoro. Da lì una galleria di scatti che ancora oggi, al di là del valore di testimonianza, commuovono per la spontanea naturalezza e per la carica di partecipazione emotiva che sanno sprigionare. Memorabili, in questo senso, la sequenza delle foto della Passione, con la Madonna interpretata da Susanna Pasolini, mater dolorosa del poeta, o l’immagine del profilo di Pasolini accanto al «suo» Gesù, lo studente catalano Enrique Irazoqui.