Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Musica e impegno antimafia nella voce di Cristiana Verardo
In uscita il video di «Non potevo saperlo», invettiva anti-mafia di una figlia
Un’ugola d’oro è emersa dal fervido sottobosco musicale pugliese. Lei è Cristiana Verardo, classe ’90, nata a Poggiardo, ma da sempre residente a Surano. Lo scorso 28 ottobre, la Verardo si è aggiudicata il prestigioso premio Bianca D’Aponte dedicato alle cantautrici. Una vittoria che ha il sapore della ciliegina sulla torta dopo svariate prove esaltanti fornite in ambiti contest musicali rivolti alla musica emergente, come il terzo posto ottenuto nel 2016 al premio Poggio Bustone di Rieti o il secondo posto, con annesso premio Guido Gozzano per il miglior testo, nel Biella Festival.
Laureata in canto jazz e musica jazz presso il Conservatorio Nino Rota di Monopoli, Cristiana Verardo esordisce discograficamente a maggio 2017 con l’album La mia voce, composto da 8 canzoni dedicate alle complessità dell’universo femminile, alla sua fragilità. Domani uscirà il suo nuovo singolo, Ti ho portato il mare, il cui videoclip diretto da Giuseppe Pezzulla mostra una coppia di amanti che danzano sott’acqua stringendosi forte, provando in qualche modo a riemergere dall’incubo di una relazione proibita.
Storie di donne, dunque. Come la protagonista di Non potevo saperlo - canzone presentata lo scorso anno alla nona edizione del premio «Musica contro le mafie», e con la quale ha trionfato successivamente al D’Aponte - che scopre l’identità mafiosa del padre poco prima dell’arresto e decide subito di rinnegarlo: «Chiudo gli occhi e non ti vedo più. I ricordi sbiadiscono. Insieme a tutti i tuoi reati io ti condanno per avermi messo al mondo».
Parole toccanti, per un brano coraggioso, nato quasi per caso, come svela la cantautrice: «Questa canzone nasce in un pomeriggio qualunque mentre sono con la testa in giù e con gli occhi sul cellulare a scorrere la home di Facebook. A un certo punto leggo “Figlia di ex mafioso scopre l’identità del padre da una fiction in Tv”. Inizia tutto da lì: prendo la chitarra e in poche ore è scritta. Parole e musica nascono insieme, si incontrano, e io le canto».
Una narrazione in controtendenza, a conferma di una sincerità e di un’intraprendenza sempre più latenti, soprattutto se confrontate con le proposte che emergono dai talent, ai quali la Verardo non ha mai partecipato, ma che a suo dire possono ugualmente offrire una buona occasione: «Credo che ci sia la necessità di avere più spazi e palchi come quello del D’Aponte e Musica contro le mafie, dove ci sia un pubblico che si siede e ascolta, un pubblico che non ha fretta di un’alternativa ai talent, contro i quali io non ho nulla da dire. I contest d’autore e i talent sono due contenitori diversi, con una risonanza altrettanto differente. Il primo non segue nessuna legge di mercato, il secondo segue le pressioni commerciali dell’industria discografica e per forza di cose non è libero».
La lunga tradizione cantautorale salentina è alla base della musica di Cristiana Verardo, ed è lei stessa a sottolinearlo a chiare lettere: «Sono fortunata ad avere forti legami sia artistici che umani con molti cantautori salentini. Carolina
Il testo
«Chiudo gli occhi e non ti vedo più I ricordi sbiadiscono con tutti i tuoi reati»
Bubbico, tra i tanti progetti condivisi, ha curato gli arrangiamenti del mio primo album, mentre Massimo Donno ha suonato le chitarre ed è stato co-autore con Daniele Vitali di un brano presente nel disco. Con Filippo Bubbico, invece, ho collaborato per Ti ho portato il mare che ha prodotto, mixato e masterizzato. E con Mino De Santis abbiamo da poco iniziato a lavorare ad un progetto che vedrà la luce nel periodo pasquale. Nel 2020 uscirà anche il mio nuovo album, se tutto va bene. Non lo so come sarà, sicuramente mi somiglierà».