Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Cantiere Taranto, nulla di nuovo
Dall’Arsenale al polo della ricerca: le proposte dei ministri erano già previste dal Cis
Il Cantiere Taranto varato dal premier Conte dopo la sua visita in acciaieria? Per ora le proposte presentate dai vari ministri non fanno altro che ricalcare le proposte già previste dal Contratto istituzionale da un miliardo.
Il “Cantiere Taranto” può attendere. Il premier Giuseppe Conte ha rinviato alla settimana prossima la seduta del consiglio dei ministri dedicata ad ArcelorMittal. Gli impegni istituzionali di alcuni di essi hanno suggerito il posticipo e Conte ha accolto il suggerimento. «Qui non si tratta di varare, definire e completare il Cantiere Taranto in due giorni – ha commentato - è un cantiere che adesso si apre e se differiamo di qualche giorno non cambia assolutamente nulla, fermo restando che stiamo lavorando intensamente per rendere tutti i capitoli e i paragrafi sostenibili, belli, cospicui, ricchi di interventi». Ottimo. Nell’attesa, ai tarantini andrebbero chiarite le idee. In altre parole vorrebbero sapere se questo nuovo pacchetto di misure va ad aggiungersi alla Legge Speciale per Taranto annunciata dall’ex ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio mesi fa, ed evaporata nelle nuvole, o se raddoppia gli interventi inclusi nel Contratto istituzionale di sviluppo dotato di circa un miliardo e già in fase di attuazione. O se è un semplice doppione di cui il governo prima o poi si accorgerà. I primi progetti abbozzati e annunciati, tranne quello di rendere Taranto la città più digitalizzata d’Italia, sembrano ricalcare cose già presenti nel Cis. Il rilancio dell’Arsenale militare, sempre etichettato come il centro nevralgico della manutenzione della flotta, c’è già nel Contratto salvo poi a vedere se le navi militari da riparare non siamo smistate a La Spezia; il potenziamento delle strutture sanitarie gode già di finanziamenti all’interno del Cis e, in ogni caso, c’è all’orizzonte il nuovo modernissimo ospedale; il potenziamento dell’Università e il polo di ricerca d’eccellenza sembrano riecheggiare il Tecnopolo. A Taranto non si illudono e molti sono convinti che, mentre la tempesta infuria, il Cantiere Taranto serva a distrarre l’attenzione.
Secondo il presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, «è insieme la conferma della palude in cui si trova il governo e una fuga dalle responsabilità della maggioranza, ostaggio dei pasdaran grillini». Alcune proposte arrivano anche da Taranto. Secondo il consigliere regionale
Gianni Liviano la decarbonizzazione non è la strada da seguire mentre è tuttora valida la Legge Taranto anche se non è stata ancora utilizzata. Un decreto Salva Taranto è la soluzione secondo Angelo Bonelli, leader dei Verdi ed ex consigliere comunale di Taranto. Questo provvedimento, di cui è stata scritta una versione già pronta per essere adottata, dichiara le città di Taranto e di Statte «Area No Tax al fine di promuovere una politica di defiscalizzazione indirizzata a quelle imprese che investono nei settori: alta tecnologia, innovazione, efficienza e produzione energetica da rinnovabili, biomedica, nanotecnologie, commercio, turismo, cultura, artigianato, agricoltura e allevamento, mitilicoltura e pesca, edilizia, attività portuali e mobilità sostenibile e di trasporto». Secondo i medici dell’Isde (medici per l’Ambiente) l’acciaio non è l’unica scelta. Intanto i lavoratori di Servizi Marittimi Ilva, controllata dell’ex Ilva passata ad «ArcelorMittal Italia Maritime Services», hanno ricevuto solo un pagamento parziale dello stipendio di ottobre e non hanno ancora ricevuto il «saldo». Soffre l’indotto che lavora per Mittal. Anche se ieri sera il governatore Michele Emiliano ha incontrato a Bari l’ad di Mittal, Lucia Morselli, e ricevuto rassicurazioni sui pagamenti alle ditte. La ditta Gamit intanto ha comunicato ai sindacati che non ha liquidità per pagare gli stipendi di novembre ai lavoratori perché la multinazionale non ha onorato le fatture per lavori già effettuati. La settimana scorsa Enetec aveva annunciato la richiesta di cassa integrazione mentre Antonio Marinaro, presidente di Confindustria Taranto, ha inviato a Mittal la messa in mora ad opera delle imprese appaltatrici per le fatture non pagate dando tre giorni di tempo prima che i creditori interrompano i lavori.
❞ Liviano
Il no al carbone? Meglio appellarsi alla Legge Taranto
❞ Bonelli Subito l’Area No Tax per favorire le imprese innovative