Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Opera inutile, è un danno per Matera»
In città non è festa per tutti. C’è chi ritiene che l’opera tanto osannata dalle istituzioni e dai cittadini, sia in realtà inutile e dannosa. È questo il senso della lettera che ha tanto irritato il sindaco di Matera che dal palco ieri mattina si è scagliato contro i firmatari della lettera, ovvero gli otto ex sindaci ritenendo le loro esternazioni: «Starnuti corrosivi». La lettera è firmata da Francesco Gallo, Francesco Di Caro, Alfonso Pontrandolfi, Saverio Acito, Mario Manfredi, Angelo Minieri, Michele Porcari e Emilio Nicola Buccico. «Nonostante le interlocuzioni avute con lei, signor sindaco, nei tre anni trascorsi, e le assicurazioni fornite sul destino urbanistico di piazza della Visitazione, assistiamo all’inaugurazione della nuova stazione Fal collocata nel cuore di quella piazza - scrivono Spazzata via ogni interlocuzione con noi, ma soprattutto con la città e gli stessi suoi rappresentanti, tenuti accuratamente all’oscuro da qualsiasi progettualità urbanistica a riguardo delle scelte riservatamente operate, prendiamo ufficialmente atto che il peggio si è purtroppo verificato: si sarà così consumato il più deleterio errore urbanistico della città dal secondo dopoguerra». Gli ex primi cittadini di Matera sostengono che si tratta di «un’opera del regime questa volta, quello spensierato e festivaliero delle emergenze della capitale europea della cultura, realizzata in piena e cinica deresponsabilizzazione degli organi amministrativi della città e con procedure amministrative ardite. Il danno è ormai fatto, l’errore irreversibilmente compiuto scrivono ancora - Ed è un danno di notevole impatto anche ecologico sulla città, che aumenterà in misura direttamente proporzionale all’incremento dell’utilizzo della tranvia metropolitana, attesa la permanenza della trazione diesel per i vettori Fal: si annuncia un parco intergenerazionale ad alto tasso di emissioni di anidride carbonica: un bel primato, non c’è che dire, per la nostra città, nell’epoca della decarbonizzazione».
Forse, sostengono in maniera polemica, in un futuro non troppo lontano, «sarà proprio quest’ultima, ed il patetico scartamento ridotto, a fornire la soluzione alla questione; e si potrà pensare di smontare le architetture della nuova stazione, e ritornare alla vecchia stazioncina immortalata da Carlo Levi nel suo Cristo, fulcro della piazza della Visitazione, finalmente nuova piazza civica».