Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il sistema di canalizzazione non ha funzionato: «Riattivare le vecchie cisterne»
Il patrimonio mondiale Unesco della capitale europea della cultura è da 48 ore all’attenzione delle due principali cariche istituzionali italiane. Il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, infatti, è stato chiamato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, a poche ore dalla bomba d’acqua che martedì ha colpito la città nelle prime ore del mattino e il giorno dopo dal premier Giuseppe Conte che ha chiesto informazioni sui danni, in particolare nei Sassi, e sulle misure che il Comune pensa di attuare. Mentre in città è stata riaperta via Bruno Buozzi, le cui immagini sotto la lava di fango avevano colpito tutta Italia, l’amministrazione comunale è al lavoro per individuare strumenti utili a evitare effetti come quelli visti martedì.
«Abbiamo vinto anche contro le alluvioni - ha detto il sindaco commentando l’effetto sulla città e il ruolo della natura - Un difensore come la Gravina (torrente sottostante i Sassi e inglobato in un canyon naturale, ndr) , ha inghiottito le acque e non le ha fatte stagnare». A sostenere la lotta di Matera contro la furia dell’acqua sarà molto probabilmente l’antico, millenario e inappuntabile sistema della raccolta delle acque che è valso il riconoscimento Unesco alla città nel 1993 e da più parti si chiede «di riattivare il sistema».
È questo in sostanza uno dei passaggi della lettera che il sindaco ha scritto al presidente del Consiglio e che si sofferma sull’eredità di Matera sotterranea che, dal passato, adesso consentirà di progettare il futuro. Il meccanismo che raccoglieva l’acqua piovana, progressivamente, in diverse cisterne che convogliavano poi nel palombaro di piazza Vittorio Veneto, po
❞ Restauro e valorizzazione della città sotterranea sono le sfide che la città deve sostenere per evitare nuovi disastri
❞ Dopo l’edificazione dei nuovi quartieri in collina, nell’antico centro non esiste più nessuna area di contenimento