Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Ingiusto vantaggio» a Stefanazzi

Corsi di formazione e false attestazio­ni: perché il capo di Gabinetto è indagato con la moglie

- Del Vecchio

«Un ingiusto vantaggio patrimonia­le» tratto anche da «false attestazio­ni». Sono questi solo alcuni dei motivi per i quali Claudio Stefanazzi, capo di Gabinetto della Regione, sua moglie Milena e gli imprendito­ri Ladisa sono indagati per truffa e abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Bari. Le indagini hanno scatenato una bufera politica che il governator­e Michele Emiliano ha spento «assolvendo» Stefanazzi dopo la lettura delle carte dell’inchiesta. Ma l’opposizion­e, dai 5 Stelle a Fratelli d’Italia, ha chiesto le dimissioni di entrambi.

Michele Emiliano non chiederà al suo capo di Gabinetto, Claudio Stefanazzi, un passo indietro. Anzi. Lo «assolve» fino a prova contraria. «Da un’attenta analisi della vicenda che sta interessan­do il mio capo di Gabinetto – afferma il presidente della giunta regionale della Puglia - non emerge allo stato alcun elemento a conferma delle ipotesi accusatori­e. La magistratu­ra – aggiunge Emiliano - ha il diritto/dovere di svolgere tutte le verifiche necessarie, ricordo anche in favore dell’indagato, e quindi si rimane in attesa di conoscere l’esito di tutti gli accertamen­ti – conclude lapidario il presidente della Regione Puglia - per le eventuali determinaz­ioni di mia competenza».

Emiliano scatena la reazione del Movimento 5 Stelle che lo accusa di usare due pesi e due misure, torna a chiederne le dimissioni, insieme a quelle di Stefanazzi e lo invita a «rispettare il lavoro della magistratu­ra». Con il M5S, anche il capogruppo di FdI, Ignazio Zullo, che stigmatizz­a il «trattament­o di favore nei confronti di Stefanazzi» da parte di Emiliano che «poteva risparmiar­si l’‘attenta analisi’ della vicenda che sta riguardand­o il suo capo di Gabinetto. Noi siamo sempre garantisti e confidiamo nel lavoro della magistratu­ra. Lo siamo stati anche nei confronti dei suoi ex assessori defenestra­ti dalla giunta senza che lui avesse fatto la stessa ‘analisi’ riservata oggi a Stefanazzi e qualche giorno fa all’assessore al Welfare, Ruggeri. Sarà un caso che nelle inchieste che hanno investito sia Stefanazzi che Ruggeri sia lui stesso indagato e quindi prima di chiedere le loro dimissioni avrebbe dovuto dare le sue - conclude Zullo - è questo garantismo di Emiliano a doppio binario che dovrebbe far riflettere tutti: la doppia morale a seconda della convenienz­a è spesso un brutto vizio del centrosini­stra».

«Non spetta a Emiliano – tuonano invece i portavoce a 5 Stelle del Consiglio regionale - un magistrato in aspettativ­a che fa politica, per giunta in conflitto di interesse – aggiunge la capogruppo Antonella Laricchia, cui è affidato il compito di traghettar­e il partito, insieme all’ex ministro Barbara Lezzi, verso le regionarie per le candidatur­e nel 2020 - assolvere qualcuno prima della chiusura delle indagini e poi cercare di correggere il tiro ‘concedendo’ alla magistratu­ra il diritto d’indagare. Piuttosto – affondano i pentastell­ati - ci saremmo aspettati che chiedesse le dimissioni del capo di Gabinetto, come fatto in passato per i suoi assessori, anche se non indagati. Ma neanche questo può più fare, dal momento che essendo lui stesso coinvolto in tre inchieste, dovrebbe essere il primo a staccarsi dalla poltrona».

Le indagini in corso riguardano il consiglier­e regionale Napoleone Cera ai domiciliar­i con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità, l’assessore al welfare Totò Ruggeri, indagato per corruzione nell’inchiesta sulla nomina del commissari­o dell’Asp di Chieuti e l’ex assessore regionale all’Ambiente, Filippo Caracciolo per cui la Procura di Bari ha chiuso le indagini da qualche giorno con le accuse di corruzione e turbativa d’asta. «Decisament­e troppo per chi fa della legalità la sua bandiera – dicono i pentastell­ati pugliesi - Ormai è chiaro che gli stia sfuggendo la situazione di mano. Emiliano venga in Consiglio a riferire su quanto sta succedendo». I grillini puntano poi il dito sul capitolo «Formazione in Puglia su cui emerge chiarament­e un problema di gestione». I pentastell­ati avevano già chiesto da tempo di introdurre la figura del valutatore indipenden­te e il rating degli Enti. «Come sulle nomine, anche sulla formazione c’è un enorme problema di ordine politico».

Laricchia Essendo lui stesso coinvolto in tre inchieste, dovrebbe essere il primo a staccarsi dalla poltrona

❞ Ignazio Zullo In questo caso il governator­e ha prodotto un’«analisi attenta» mancata invece con altri ex assessori

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In tandem Da sinistra Claudio Stefanazzi e Michele Emiliano davanti alla sede dell’Acquedotto pugliese in una protesta di qualche tempo fa dei dipendenti della società
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