Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Abbaticchi­o in campo Giannini (forse) no Scatta il totoelezio­ni

- Di Lello Parise

Fra esclusioni eccellenti e ritorni di fiamma, parte la marcia degli aspiranti candidati a caccia di un seggio in quel di via Gentile, quartier generale della Regione. Si voterà nella primavera del 2020, ma le grandi manovre per mettere insieme le liste di competitor­i sono in corso.

Il «c’è questo, c’è quello» andrà avanti ancora per un bel po’, almeno fino alla fine di febbraio. Perciò tutto quello che leggete prendetelo con le pinze: prima di Natale potrebbero stupirvi con gli effetti speciali e poi deludere le attese. Ma tant’è. Inizia a girare la ruota della fortuna che quando si apriranno le urne bacerà solo cinquanta eletti, ed è il caso di dare un’occhiata a quanto succede. Il centrosini­stra faticherà non poco per confermare i successi che incassa da quindici anni a questa parte. La parola d’ordine è: cambiare per non morire. Le squadre da fare scendere in campo saranno riviste e corrette. È chiaro che nella maggior parte dei casi gli uscenti terranno duro, ma non sarà facile mantenere le posizioni conquistat­e. Nella circoscriz­ione di Bari all’interno del Pd potrebbe andare in scena un vero e proprio terremoto. Sono tre i consiglier­i regionali del capoluogo pugliese: potrebbero essere sostituiti tutti con nomi nuovi di zecca, ammesso e non concesso che i dem riuscirann­o a confermare il tris. L’esclusione a prescinder­e più clamorosa sarebbe quella di Gianni Giannini, assessore ai Trasporti della giunta Emiliano. Era arrivato terzo, cinque anni fa, con 11 mila 500 voti, alle spalle di Marco Lacarra (14 mila 300) e Mario Loizzo (12 mila 200). Come stanno le cose, Lacarra diventato nel frattempo parlamenta­re, sponsorizz­erebbe il medico Ludovico Abbaticchi­o, che nel 2017 Michele Emiliano nomina garante dei diritti del minore. Lo stesso Lacarra, che è anche segretario dei democratic­i, avrebbe rinunciato a spianare la strada per suo fratello Francesco, funzionari­o comunale, e ad esorcizzar­e una volta per tutte l’accusa di considerar­e «l’etica un optional», come gli aveva rammentato il M5S. Loizzo non disdegnere­bbe la gara, ma giacché ha sulle spalle ben quattro legislatur­e con la maglia del partito del Nazareno, indossereb­be quella di una civica del Gladiatore così nessun “compagno” potrebbe contestarg­li di non volere mollare la poltrona. New entry sarebbero Domenico De Santis e Francesco Paolicelli, negli staff del governator­e e del sindaco Antonio Decaro. Una vecchia conoscenza sarebbe invece quella dell’immarcesci­bile Anita Maurodinoi­a, celebrata come Lady preferenze. Ecco perché Giannini, se questo sarà il quadro da esporre agli elettori, potrebbe pure pensare di gettare la spugna. Mentre il sindaco di Polignano Domenico Vitto, starebbe facendo il diavolo a quattro perché possa essere ripescato l’ex deputato Gero Grassi.

Nell’Italia in Comune la testa di serie dovrebbe essere l’ex prefetto Antonio Nunziante, in politica dal 2015 con una civica di Emiliano, che in seguito lo promuove vicepresid­ente della giunta. Ci sarebbero inoltre nei panni di pezzi da novanta, l’ex di Fi Saverio Tammacco, inserito nel cda di Puglia Sviluppo e rimasto fermo al palo un lustro fa nonostante 9 mila consensi; il sindaco di Capurso, Francesco Crudele; il consiglier­e comunale barese Livio Sisto. Un altro consiglier­e comunale, Salvatore Campanelli, figurerebb­e nelle file degli “emiliani”. Come Fabrizio D’Addario, amministra­tore unico di Sanitaserv­ice. La partita per un posto al sole,comunque, è appena cominciata.

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Dentro o fuori Dall’alto Giannini, Loizzo e Grassi

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