Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Ai pugliesi la mafia è costata il 20% del Pil»
Lo afferma uno studio della Bocconi: «I capitali privati fuggono»
È la criminalità organizzata ad aver determinato una riduzione tra il 15 e 20 per cento del Pil pro capite negli ultimi 30 anni in Puglia. Il dato emerge da uno studio di Paolo Pinotti, professore associato in analisi economica del crimine dell’Università Bocconi di Milano. Il docente ne ha parlato in occasione della lectio inauguralis della sua associate professorship in Economic analysis of crime alla Bocconi, spiegando che la relazione causale tra la presenza della criminalità organizzata in un territorio e i livelli più bassi del Pil procapite e tassi maggiore di disoccupazione, può essere scientificamente provata.
Professor Pinotti un pil pro capite inferiore nelle regioni del Sud, in Puglia e Basilicata in particolare, è dunque da attribuire alla presenza della criminalità organizzata?
«La Puglia e la Basilicata hanno un pil pro capite che è circa la metà rispetto alle regioni del Centro Nord. Volevamo capire quanto questo gap dipendesse dalla presenza della criminalità organizzata piuttosto che da altri fattori storici o geografici come, ad esempio, la lontananza da mercati europei. Così approfondendo lo studio abbiamo rilevato che i dati della Puglia e della Basilicata sono molto più interessanti di altre regioni».
Per quale ragione?
«Il motivo è che in Puglia e in Basilicata fino alla metà degli anni ‘70 non c’era la presenza della criminalità organizzata. Una presenza che inizia invece in modo abbastanza netto in quel periodo e per fattori quasi casuali».
Quali?
«Il primo è lo spostamento del contrabbando di sigarette dal Tirreno all’Adriatico e questo ha consentito alle organizzazioni criminali di stabilire le basi logistiche. Poi poi c’è stato il provvedimento del soggiorno obbligato che ha spostato in altre zone d’Italia alcuni membri appartenenti ad organizzazioni criminali e in tanti, purtroppo, sono stati mandati in Puglia e Basilicata».
Ci spieghi meglio
«Il soggiorno obbligato ha favorito la presenza della criminalità organizzata in certe aree piuttosto che in altre. Lì venivano mandati i cosiddetti “confinati”, persone sospettate di appartenere ad associazioni criminali ma che non potevano, almeno fino al 1982, essere incriminati non essendoci all’epoca il reato di associazione mafiosa. In questi casi si provava a rimuovere il problema spostando queste persone in un’ altra zona con un atto amministrativo che era basato su una precedente legge del fascismo. Una legge del ‘31 che i fascisti utilizzavano per spostare in modo forzato gli oppositori politici. Lo stato repubblicano ha utilizzato questa legge per muovere da una parte all’altra del territorio potenziali appartenenti ad associazioni criminali, con l’idea che rompendo i legami con le organizzazioni di appartenenza rendevano queste persone meno pericolose o innocue. In questo modo invece si è favorita la replica di alcune di queste organizzazioni criminali anche in Puglia e Basilicata».
A rimetterci è stata quindi l’economia del territorio?
«Certo. Quando c’è una espansione della criminalità organizzata e della violenza, i capitali privati fuggono perché le imprese private e ancora di più le multinazionali hanno bisogno di un environment tranquillo. Insomma hanno bisogno di una certa stabilità».
Quindi cosa succede? «Quando i capitali privati se ne vanno subentrano talvolta i capitali pubblici che però molto spesso hanno una minore produttività, minori ritorni economici e poi sono più soggetti al condizionamento e alle infiltrazioni della criminalità organizzata. Di conseguenza le decisioni politiche sono influenzabili in due modi: la corruzione e l’intimidazione oppure entrambe».
❞ Gli anni ‘70 In Puglia e in Basilicata fino alla metà degli anni ‘70 non c’era criminalità organizzata. Una presenza che inizia allora per fattori quasi casuali
Colpa dei «confinati» Il soggiorno obbligato ha favorito la presenza della criminalità organizzata in certe aree piuttosto che in altre dove venivano confinati i boss
Manca la stabilità Le imprese private e ancora di più le multinazionali hanno bisogno di un ambiente tranquillo e di una certa stabilità