Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
I dati sulla posizione del gps in una perizia voluta dalla famiglia Ivan Ciullo fu trovato senza vita ad Acquarica del Capo nel 2015
La consulenza tecnica informatica svolta dall’ingegnere Luigina Quarta, consulente di mamma Rita Bortone e papà Sergio Martella, si è soffermata ai due giorni precedenti alla tragedia ed avrebbe fatto emergere significative contraddizioni anche riguardo alle dichiarazioni dell’unico indagato per la morte del dj – un sessantacinquenne del posto, con cui Ivan pare avesse una relazione tormentata ed al centro dell’inchiesta per istigazione al suicidio – nonché sugli accertamenti eseguiti in passato dagli inquirenti.
La perizia, ad esempio, ha smentito che il 21 giugno 2015 l’indagato abbia ricevuto diverse telefonate da parte di Ivan e di averlo richiamato soltanto alle 19. I tabulati, infatti, raccontano che Ivan lo aveva chiamato una sola volta, prima di inviargli un messaggio su WhatsApp in cui lasciava presagire il suicidio. Allo stesso modo, l’uomo è stato smentito sul fatto di essere transitato quella stessa sera davanti l’abitazione del dj, per sincerarsi che fosse rientrato a casa: i dati gps della sua auto, infatti, non rilevano alcun passaggio in quella zona.
Accanto ai dati scientifici, poi, ci sono quelli circostanziali. L’indagato, infatti, aveva dichiarato di avere parlato con Ivan il 20 giugno e di averlo sentito molto scoraggiato: i messaggi ed i vocali rinvenuti sul cellulare del dj, tuttavia, raccontano di un ragazzo pieno di vita, di amicizie, ovvero di un Ivan allegro e scherzoso.
«È l’ultimo tassello che ci
Le archiviazioni L’inchiesta è stata riaperta dopo due archiviazioni da parte del primo magistrato
conferma che Ivan sia stato strangolato – dice papà Sergio – non vogliamo un colpevole a tutti costi, vogliamo soltanto sapere la verità sulla morte di nostro figlio. Il fatto che le indagini proseguano ci ha ridato quella speranza che, dopo due richieste di archiviazione, inizialmente avevamo perso».