Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Da Cassano a Castrovilli: la «lunga pausa» dei talenti made in Puglia
Tante le promesse diventate poi meteore nel calcio che conta Il centrocampista della Fiorentina rilancia le speranze di gloria
Gaetano Castrovilli, il presente. E chissà che non sia un nuovo e promettente inizio di una lunga serie di talenti pugliesi capaci di sbarcare il lunario. Ovvero di approdare nell’ «olimpo», assumendo un ruolo decisamente più consistente della comparsa. Campioni in erba che poi diventano campioni per davvero. L’esordio in Nazionale del baby made in Minervino Murge è la notizia più lieta del calcio di casa nostra. Una curva iperbolica, quella del 22enne della Fiorentina, bravo a farsi largo nel Bari dei giovani, poi a crescere in B con la Cremonese e a rubare la scena nella categoria di Cristiano Ronaldo. Un lampo improvviso dopo un periodo di sgradito grigiore, senza troppi squilli, soprattutto tra i ragazzi nati negli anni Novanta.
Qualche promessa non mantenuta o mantenuta a metà. Tanti «nuovi Cassano» che alla prova dei fatti si sono persi per strada. Ed è pure comprensibile, visto che confermarsi è sempre più difficile che sbocciare. Il pensiero va a Nicola Bellomo e Cristian Galano, i «canterani» che a cavallo del Duemila facevano ben sperare. Il primo è anche arrivato in A, vestendo le maglie di Torino (con cui ha anche realizzato un gol) e Chievo, ma che un gradino per volta è sceso fino all’attuale C (con la Reggina). Il secondo è diventato una certezza della cadetteria, ma non è mai riuscito ad approdare in A, sfiorandola solo con il Parma. A pensarci bene, tra quella nidiata qualcuno che sta arrivando e si sta pure ben comportando, c’è. Parliamo di Filippo Falco, che da ragazzino era considerato un diamante da sgrezzare. Nato a Pulsano nel 1992, passato dal vivaio del Bari e del Lecce, oggi è diventato un punto fermo dei salentini che tentano la via della salvezza. Il suo sinistro, in effetti, canta bene ed è la dimostrazione di come non si debba mai mollare. A volte occorre saper aspettare, e lui, con Castrovilli, rappresenta la Puglia che stupisce. Ci vorrà ancora qualche tempo per capire se si raggiungeranno i fasti dei Cassano, Ventola e Miccoli. Ovvero di quelli che nel taccuino dei grandi club finivano con continuità. Molto più che promettenti, seppure da ognuno di loro, per motivi diversi (intemperanze o infortuni), ci si potesse aspettare qualcosa in più. Non gli unici profili lanciati dalla Puglia in quegli anni.
Hanno avuto le loro belle soddisfazioni anche Legrottaglie (da Mottola alla Juventus e al Milan, fino alla Nazionale, con cui ha totalizzato 16 presenze, con l’orgoglio di una rete) e Mesto, terzino di Mocurve nopoli diventato grande nella Reggina (al punto da vantare tre presenze con l’Italia e un bronzo olimpico nel 2004). Decisamente più di una meteora pure il barlettano Gennaro Delvecchio, tutto grinta e generosità (e pure una presenza con la Nazionale), mentre i più fiduciosi si attendevano qualcosa in più dal brindisino Daniele Vantaggiato, classe ’84 dal riconosciuto feeling con il gol.
Ora, tornando a Castrovilli, rappresenta la speranza in una nuova era. Consapevoli che il ragazzo accostato addirittura ad Antognoni debba ancora entrare nel vivo del suo percorso. La strada per diventare un esempio presenta
improvvise. Si pensi al suo «gemello» nel settore giovanile dei galletti e della Fiorentina, quel Giuseppe Scalera presenza fissa delle rappresentative azzurre fino all’under 20 (con tanto di bronzo mondiale), ma incagliatosi (almeno finora) tra gli scogli del professionismo. Oppure, tornando ancor più indietro, ad Antonio Lafortezza, coetaneo di Cassano e da molti ritenuto ancor più forte, seppur in un ruolo e con caratteristiche diverse. Castrovilli, bontà sua, vuole affrontare ogni curva con prudenza e a testa alta. La Puglia tifa per lui.