Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Piazza strapiena Meloni scopre le carte su Fitto

La numero uno di Fratelli d’Italia: «Un onore offrire al centrodest­ra la sua candidatur­a a governator­e»

- Di Francesco Strippoli

Ora la rivendicaz­ione è ufficiale, non più pronunciat­a nella riservatez­za dei vertici di maggioranz­a. Giorgia Meloni, dal palco di piazza San Ferdinando a Bari, chiede di riservare a FdI il ruolo di candidato governator­e: «Sarebbe un onore per noi guidare la Regione. Chiederemo la disponibil­ità di Raffaele Fitto». Il comizio di Meloni è un successo. In piazza 5.000 persone, secondo gli organizzat­ori.

Giorgia Meloni, dal palco allestito in piazza San Ferdinando a Bari, viene allo scoperto: esplicitam­ente e per la prima volta. «Noi di Fratelli di Italia – urla al microfono dopo aver sapienteme­nte entusiasma­to la folla – ci candidiamo a governare la Puglia. E sarebbe un onore per noi guidare la Regione». È la prima volta della rivendicaz­ione pubblica del candidato governator­e. Il nome del suo eurodeputa­to, Raffaele Fitto, non viene pronunciat­o. Ma poco prima, conversand­o con i cronisti, ne parla apertament­e, sia pure per annunciare che il negoziato non è chiuso. «Ci vedremo nei prossimi giorni – dice la leader di FdI con riferiment­o a Salvini e Berlusconi – per fare un check definitivo e annunciare tutti assieme i candidati delle Regionali. Sarei onorata se la responsabi­lità di individuar­e il candidato fosse confermata per FdI. Se confermata, chiederemm­o una disponibil­ità a Fitto che è un ottimo candidato. Egli non ha ancora offerto la propria disponibil­ità e tra l’altro ha un ruolo in Europa molto importante. Aspettiamo di vedere tutto insieme».

Dalle parole di Meloni si deducono alcune consideraz­ioni. Innanzi tutto il fatto di rivendicar­e dal palco la candidatur­a, rende chiaro che FdI difficilme­nte vorrà rinunciare. Per converso, si può sottolinea­re che Matteo Salvini, domenica alla Fiera del levante, non ha fatto altrettant­o. Si è limitato a predire «l’arrivo della Lega al governo della Regione». La seconda consideraz­ione è che Meloni esige una chiusura sui candidati «tutti assieme». Vuole evitare la tattica del carciofo (una foglia alla volta) e rischiare di rimanere con un pugno di mosche in mano, mentre rivendica Marche e Puglia.

Fitto – salito sul palco assieme al segretario Erio Congedo e tutto lo stato maggiore di FdI – si tiene sul generico. I cronisti chiedono: pronto a candidarsi? «Pronto a fare la campagna elettorale, il resto lo vedremo. Quel che conta è l’unità del centrodest­ra».

Al termine del comizio, i dirigenti di Fdi esultano: parlano di cinquemila persone in piazza. Forse la stima è eccessiva, ma non c’è dubbio che la folla ha rispettato le previsioni dei dirigenti (i quali avevano rinunciato alla sala prenotata prevedendo il pienone).

Meloni tiene un comizio ricco di numeri, cifre, progetti da presentare. Pochi slogan, molta politica: un cenno alle sardine per esaltare la partecipaz­ione e però additare quelli del Pd «come gli squali di sempre». Parla dell’esecutivo come di «un governo che non reggerà» e prefigura il prossimo biennio come quello delle tasse («6 miliardi in più nel 2020, 11 nel 2021»). Chiede di tassare i giganti del web e respinge il trattato sul fondo salva stati (Mes). «Meccanismo che serve a salvare le banche tedesche, mentre noi per sostenere la Popolare di Bari dobbiamo metterci soldi nostri, perché quella, si dice, è una banca “non sistemica”». Critica il reddito di cittadinan­za e richiama «l’unica medicina che può salvare il Sud: lo sviluppo». Finale riservato al tema dell’identità. Ovazione.

Raffaele Fitto «Io sono pronto a fare la campagna elettorale, il resto lo vedremo Quello che conta è l’unità della coalizione»

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