Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LE (VERE) BOMBE DA DISINNESCA­RE

- Di Sergio Talamo

In Puglia è tempo di bombe. Nella regione dove clima, paesaggio e storia suggerisco­no la felicità, il Natale arriva senza doni, ma anzi pronto a terrorizza­re Brindisi, Taranto e Bari. Tre centri accomunati dal rischio di esplosioni contempora­nee, ma di origine opposta: quella di Brindisi nasce da follie del passato, quelle di Taranto e Bari da scempi compiuti qui ed ora. I cittadini brindisini lasciano le loro case - come domenica scorsa - per permettere di disinnesca­re un ordigno del 1941, ma possono consolarsi pensando che il calvario finirà presto e senza danni. Se oggi, per costruire un cinema, riemerge la cicatrice di una lontana ferita, si può persino pensare che la pace è questo, artificier­i che piombano da te per renderti più libero e sicuro. Così, mentre i tecnici erano al lavoro, lo Zoo Safari di Fasano riduceva i prezzi dei biglietti. Divertirsi, mentre qualcuno allontana la guerra può essere un momento da ricordare.

Cosa ricorderan­no, invece, i tarantini e i baresi di questo Natale 2019? Gli abitanti dello Ionio neppure riuscirann­o a trattenere nella mente l’immagine già vista di un governo che promette, e un premier che addirittur­a si commuove, per poi continuare come tutti da un quarto di secolo, chiudere gli occhi sugli abusi di privati che vogliono gestire la siderurgia scaricando sulla collettivi­tà le perdite gestionali. A Bari, poi, va in scena una nuova puntata dei crac bancari italiani, solo che questa volta in ballo c’è la più grande banca del Sud, 70 mila azionisti che hanno perso quasi tutto, oltre 300 filiali sul territorio e la credibilit­à di un sistema che già prima di questo scandalo era ai minimi. Anche qui il deja vu scorre sotto i nostri occhi, organi di controllo che non vigilano sulle acquisizio­ni di altri istituti decotti e su prestiti incauti, braccio di ferro con l’Unione sugli aiuti di Stato, corsa verso il baratro fermata quando il costo è altissimo. Se a Brindisi lo Stato è intervenut­o per tempo e bene, anche su ex Ilva e su PopBari il premier Conte pensa a solidi interventi pubblici, tramite Cdp, Fondo interbanca­rio e Medio Credito Centrale. Obiettivi: una siderurgia pulita e governata dallo Stato e una nuova banca per gli investimen­ti orientata verso Sud. È una strategia coraggiosa fino al brivido: gettare la spugna rispetto alla lunga stagione in cui si evocava il mercato risolutore e puntare tutto sulla mano pubblica. Intenti nobili e rischi enormi, perché le due bombe in questione sono più complesse di quella di 78 anni fa, e possono scoppiarti in mano.

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