Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Popolare, il decreto non basta di Vito Fatiguso e Francesco Petruzzelli
Fuga dei correntisti e file agli sportelli bloccate. Ma partono i primi trasferimenti di liquidità
Il giorno dopo il decreto da 900 milioni del governo mirato al salvataggio, poche file e nessun panico ieri mattina agli sportelli della Banca Popolare di Bari. I risparmiatori si sono sentiti rassicurati, meno gli azionisti. E, soprattutto nelle filiali della provincia, qualche correntista ha iniziato a trasferire liquidità sui conti di altri istituti bancari. Oggi, intanto, è previsto un sit-in dei sindacati davanti alla sede di corso Cavour. Intanto, dal report di Bankitalia (sempre nel vortice della bufera politica), vengono fuori nuovi particolari sull’acquisizione di Tercas. In particolare, tutti i rischi dell’operazione sono stati occultati agli azionisti.
Qualcuno alza gli occhi al cielo e accenna una smorfia: «Auguri di cosa? Forse di non perdere i nostri soldi?». Perché sulla facciata del palazzaccio, che svetta su corso Cavour con tanto di data e di temperatura, suonano quasi come una beffa quelle sei lettere distese. A formare la più semplice parola del momento: «Auguri». Certo, nessuno avrebbe mai immaginato questa infelice e accelerata coincidenza. Nel pieno di una tempesta natalizia. A Bari non è un lunedì come gli altri agli sportelli della Banca Popolare. All’apparenza sembra un giorno come gli altri. La solita affluenza, l’andirivieni di operatori in giacca e cravatta, clienti ai bancomat, altri in coda. Anche perché per molti è giornata di pagamenti. Incombono il saldo di Imu e Tasi. Ma cosa incomba realmente sulla banca, dopo il decreto
di salvataggio del Governo, nessuno sa dirlo. C’è poca voglia parlare, ma ci pensano i volti. Imbronciati in alcuni casi, smarriti in altri. «E cosa devo dirle? Mi fido del premier Conte. In tv ha detto che noi correntisti e risparmiatori saremo tutelati. Speriamo» dice un signore sulla sessantina tenendo in una mano una stella di Natale, nell’altra il suo bancomat.
L’intervento dell’esecutivo pare aver disinnescato la temuta reazione di panico tra i correntisti smentendo tutte le Cassandra della vigilia. Quelle che sino alla tarda serata di domenica, prima del Consiglio dei Ministri sulla Popolare, profetizzavano scene apocalittiche e code greche in modalità «assalto alla diligenza», tra clienti pronti a prelievi di massa e altri a chiudere i conti correnti. In realtà qualche situazione del genere è stata segnalata in provincia , soprattutto in alcuni Comuni del sud Barese, dove nelle filiali di altre banche si sono presentati alcuni correntisti della Popolare di Bari pronti a trasferire liquidità, se non ad aprire nuovi conti. Episodi al momento isolati, ma che danno comunque la misura dello stato d’ansia che stanno vivendo azionisti e risparmiatori dell’istituto barese.
Tornando in città, invece, altre scene di apparente calma si sono registrate davanti alla filiale di via Piccinni angolo corso Cavour, sede della direzione (il bunker dei commissari mandati da Bankitalia) e quella nuovissima di corso Vittorio Emanuele, a due passi dal Comune. Dalle vetrate si intravedono i volti agli sportelli. C’è una signora che parla e gesticola animatamente. Forse sarà un’azionista, forse una correntista. Di certo non è lì per uno scambio di auguri di buone feste. La attendiamo all’esterno ma rifiuta ogni tipo di dichiarazione. «Non esistono rischi. Per favore diffondete la cosa. Non scatenate alcun allarmismo ingiustificato» ci chiede un dipendente in uscita per la pausa caffè. «Neanche alle banche venete che sono fallite hanno tolto un solo euro dai conti correnti. La legge è chiara: lo Stato tutela sotto i 100 mila euro in caso di fallimento e noi non siamo falliti. Anzi, alle banche venete non è successo nulla neanche sopra i 100mila euro. Per favore lo scriva», dice ancora questo giovane dipendente dalle idee chiare. Ma può dirci il suo nome? «Le basta sapere che io lì dentro ci lavoro e che non c’è alcun delirio». La breve conversazione viene interrotta da un ragazzo vestito da Babbo Natale e dalla sua campanella: «Auguri signori, buon Natale!». E tende un piattino chiedendo qualche spicciolo. Poca roba rispetto ai milioni e milioni di euro che ballano in tutta questa storia.
Il clima Nessun panico e pochissime proteste nelle filiali cittadine
Certezze L’assenza di bail-in mette al sicuro tutti i possessori dei conti