Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Tutto fa brodo, soprattutto se a spese dello Stato
Piovono milioni a pioggia, sulla Puglia sgarrupata. Milioni virtuali. Quattrini promessi, ma per ora non concessi. Fanno parte del gioco che sembra non debba finire mai, della campagna elettorale permanente delle forze politiche. Con la speranza che cittadini più frastornati che consapevoli, abbocchino all’amo destinato a pescare, almeno a parole, un futuro dove la gente di solito si rifugia per sfuggire alle proprie sofferenze.
La maniera migliore per predirlo, l’avvenire, è inventarlo. Lo fanno tutti. A cominciare dai padroni del vapore. Quelli che governano le sorti e di una Regione sull’orlo di una crisi di nervi. La Banca Popolare di Bari corre il pericolo di affogare? Il governatore Michele Emiliano prende carta e penna per scrivere al primo ministro Giuseppe Conte: «La Regione è disponibile, se il governo lo riterrà necessario, anche ad un intervento diretto nel capitale della compagine che dovrà condurre il salvataggio» dell’istituto di credito. Quanti soldi? Boh. Però così nessuno dei suoi potenziali elettori potrà dire che ha girato la testa dall’altra parte quando la Cassa del Sud stava per saltare in aria. Già rischia di non passarsela bene, nelle urne, se a Taranto la più grande acciaieria d’Europa finirà alla deriva. Ancorché come capo politico del tacco d’Italia può fare niente, secondo la legge, per rimettere in sesto la fabbrica. Ma vaglielo a spiegare ai cittadini-votanti che le cose stanno in questo modo: se il Gladiatore, in quanto tale, vuole passare sempre e comunque come il garante dei pugliesi, poi non può lamentarsi qualora gli stessi pugliesi gli attribuiscono ogni colpa di quanto accade da queste parti. Deve limitare i danni. Come? Per esempio affidando al suo assessore allo Sviluppo economico, tarantino come i tarantini da coccolare, il compito di sventolare sotto il naso dei concittadini un’impressionante quantità di denaro: un miliardo e 100 milioni per «bonificare e ambientalizzare alcune aree compromesse», 30 milioni per restaurare il Ponte girevole e valorizzare il Castello aragonese; 70 milioni per «rigenerare i Tamburi». Si potrebbe andare avanti ancora per un bel po’ di numeri e rassicurazioni, contenuti nella «nota dell’assessore Borraccino». La regola è quella del tutto fa brodo. Basta però la classifica sulla qualità della vita pubblicata dal Sole 24 Ore per scoprire che in tre delle sei province si conduce un’esistenza grama: a Foggia, Lecce e Taranto. Come predicava san Girolamo, è facile trasformare un amico in nemico se non si mantengono le promesse.